Reggio Calabria: il mistero delle recenti scoperte archeologiche

Reggio Calabria pare volerci far dono di un altro dei suoi tesori.

Questa volta la zona interessata è Piazza Garibaldi, dove erano appena iniziati, lo scorso aprile, i lavori per la realizzazione di un parcheggio sotterraneo, ma è bastato scavare di qualche metro soltanto perché gli operai si imbattessero in qualcosa di straordinario. Si era pensato a una semplice ed antichissima strada, ma l’ipotesi è stata ben presto scartata al rinvenimento di un basamento in pietra accuratamente realizzato al quale non è ancora possibile dare una collocazione storica certa e tantomeno si è ancora riusciti con chiarezza a comprendere a che genere di struttura appartenga. Gli esperti ancora non si sbilanciano ma intanto si avanzano semplici ipotesi che vanno dall’antico tempio greco ad una tomba di epoca romana.

Qualora fosse avvalorata l’ipotesi che possa trattarsi di una tomba non è difficile immaginare che ben poche famiglie avrebbero potuto permettersi una struttura tombale di tale portata e tra queste figurerebbe di certo la Gens Julia, vissuta sul territorio in epoca romana ed alla quale appartenne Giulio Cesare Ottaviano. Il mistero avvolge ancora i reperti soprattutto perché pare che Piazza Garibaldi si trovi in una zona collocata oltre le mura dell’antica Reghion.

Momento storico per la “bella dama”, adornata dal chilometro più bello d’Italia, e sorprendente la coincidenza della scoperta dei reperti in Piazza Garibaldi con la riapertura, dopo 10 anni, del Museo Archeologico, come se, dopo un lungo silenzio, questa straordinaria città avesse voluto riprendere a raccontare le sue origini. Camminiamo ogni giorno su una storia millenaria che sembra non rassegnarsi a restare sepolta sotto l’asfalto e quasi nella paura di restarne soffocata ad ogni sospiro ci regala una parte di sé.

Stephanie Ravenda

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