40 carte divise in 4 semi: le carte da gioco

Le prime testimonianze della presenza delle carte da gioco risalgono al X secolo in Cina, in concomitanza con la diffusione della carta. Dalla Cina si diffusero in tutto l’Oriente e furono gli Arabi a loro volta a portarle in Europa. Il mazzo di carte europeo più antico che si conosca è il mazzo chiamato «Italia 2», datato tra il 1390 ed il 1410 e conservato al Museo Fournier de Naipes di Vitoria. Un altro mazzo tanto antico è il Stuttgarter Kartenspiel «Mazzo di Stoccarda» risalente al 1430.
Quando gli arabi invasero la Spagna influenzarono la loro cultura sotto tutti i punti di vista, introducendo nella penisola iberica anche il gioco delle carte. Il sud Italia già influenzato dal dominio arabo, venne conquistato dagli Spagnoli nella metà del ‘500, ed è infatti proprio sotto il dominio dei Borboni che le carte da gioco si diffusero in maniera capillare, tanto da venire a crearsi un vero e proprio “business” che doveva essere in qualche modo controllato. Il mazzo di carte è composto da 40 carte divise nei quattro semi “denari, coppe, bastoni e spade” (dieci carte per ogni seme). I 4 semi, stando alle fonti più attendibili, riportano l’epopea degli arabi in Spagna e in Sicilia, dove ogni seme ricorda una caratteristica di quel popolo.
Spade: su molte carte regionali vengono rappresentate come sciabole, curve e dalla punta triangolare;
Coppe: insegnano il sottile piacere del lusso e dell’abbondanza;
Denari: mediante la costruzione di palazzi sontuosi con stanze decorate d’oro;
Bastoni: giardini profumati di arancio e limone, tralci di vite e di edera avvolti su superbe colonne, un’immagine che evoca l’idea di “bastoni” fioriti, simbolo di forza, passionalità, durezza. Successivamente compaiono le “figure” in onore ai Signorotti sontuosamente vestiti, “cavalieri” pronti ad allietare le “dame” con poesie e contadini decisi a trasformarsi in “fanti” quando diventa necessario per difendere il padrone per il quale lavorano.

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