E’ innegabile: è stato uno dei momenti più toccanti del Festival di Sanremo ed è un grande orgoglio poter affermare che è targato Messina. Tony Canto ha scritto una poesia e Nino Frassica l’ha interpretata con lo strumento più importante: il cuore.
Credo fermamente che l’arte possegga una forza grandissima e misteriosa e la musica l’energia più grande per essere ricevuta. Entra nell’anima più intima e profonda di ognuno di noi. Entra nei nostri non luoghi e ci avvicina a quella distanza quotidiana degli altri. Ci fa urlare contro quello che non ci piace, liberare, piangere, anche di felicità, ridere, capire e cambiare i nostri umori. Accarezzarli, abbracciarli, consolarli.
La musica è in grado di salvare anime. E’ come una redenzione da qualcosa che ci opprime. Se esiste una vita dopo la morte, credo che lì si canti tutto il giorno, si dipinga, si disegnino mondi migliori, si scrivano versi e poesie che a volte arrivano giù, fino alla terra, fino a noi e così che nascono. Ed è in quei versi ho trovato l’anima di quando ero bambina e a mare ci andavo a giocare come tutti gli altri bambini e il canotto, quello a forma di coccodrillo, si che diventava un gommone per ospitare tutti a giocare. Oggi che sono adulta e ho la consapevolezza del mondo, sono comunque contenta di essere vissuta in anni in cui un canotto era “solo” un canotto. Una ciabatta era solo stata dimenticata sulla spiaggia o era scivolata dal piede di un bimbo abbracciato alla sua mamma.
Grazie a Tony e a Nino, per due motivi speculari l’uno all’altro: un Padre che ha trovato il coraggio di raccontare una favola che purtroppo non ha un lieto fine e l’Artista, quello che per un attimo spegne i riflettori dell’ilarità dei suoi trasformismi e converte la sua faccia in un volto umano fatto di cuore ed emozione.
https://www.youtube.com/watch?v=uV81xhznDJY
0 Commenti