A Messina… non c’è nenti

Da troppo tempo questa frase è diventata un leitmotiv, un loop che riecheggia come un disco rotto nelle nostre orecchie e che io, come altri, sono costretta ad ascoltare ma dalla quale mi svincolo abbandonando più o meno elegantemente la conversazione. Già perchè una persona che disprezza la propria terra e la propria città è un infame è cioè una persona che denota o ricorda una perversa volontà di nuocere. Ma poi, in verità, nuoce solo a se stesso e a tutte quelle persone che non sono così. Mi spiego. Lo so che la terra da cui provengo non è perfetta. E’ una terra difficile, compromessa e costipata da un grande male: non i suoi abitanti, bensì i suoi peggiori abitanti, che sono sempre i primi a salire sul carro della popolarità del regresso. Si, sono quella parte di cittadini che per la frustrazione che hanno riservato a se stessi ma non riuscendo a prendersi le colpe dei propri fallimenti, la danno a qualcun altro, anzi a Messina. “Sono dovuto andare via, ho dovuto perchè a Messina non c’è nenti”. Mi capita spesso di viaggiare e al contrario di quelli lì, si quelli che appena mettono piede fuori dallo Stretto, già a Reggio Calabria mi parlano in milanese; quando sento parlare un non messinese di Messina e della Sicilia, non fa altro che tessere le lodi della mia terra e io fieramente, rincaro la dose, raccontandogli di quante storie, miti, leggende e quante altre cose ci sono che deve conoscere. Non ho mai, dico mai, sentito parlar male della mia città tranne che dai messinesi e ringrazio ogni giorno di non trovarmeli fra i piedi perchè non so davvero cosa potrebbe accadere, sarà orgoglio, sarà smisurata fierezza, sarà dignità.

Meno male che se ne sono andati tutti quelli lì che sanno solo gettare fango, se ne sono emigrati, almeno liberano posto a chi davvero lascia, emigrando, luoghi di disgrazia e infamità, quella vera.

E’ vero, grazie a Dio, a Messina per voi non c’è nenti.

Ileana Panama

Ileana Panama

Filosofa dallo spirito libero e passionario. Mille difetti e un solo pregio: la caparbietà. Pare che per essere il direttore basti. Non ama le mezze misure, le mezze parole e le mezze stagioni. Onestà intellettuale ed educazione, queste le cose che apprezza negli altri. Profondamente attaccata alle sue radici, è tornata, dopo un lungo vagabondar per restare ma soprattutto per Fare. Imperdibili le sue interviste.
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