“Amore” in scena alla Laudamo

“Oggi ci siamo, domani non ci siamo, in mezzo c’è amore”: questa in breve, l’essenza dello spettacolo in scena alla Sala Laudamo del Vittorio Emanuele fino al 7 Giugno. Le innumerevoli sfaccettature dell’amore vengono infatti minuziosamente elencate nella pièce di Giacomo Ferraù e Giulia Viana, con la quale si conclude la tetralogia della rassegna teatrale “Il Paese dei Balocchi” iniziata a Novembre con “Istinto”, nell’ambito del progetto “Laudamo in città”, promosso dalla compagnia teatrale DAF, presieduta da Giuseppe Ministeri.

E’ festa, come sempre, nel Paese dei Balocchi, e i burattini che vi partecipano sono, ancora una volta, alla ricerca di quella Fata Turchina che possa renderli uomini, ed è durante questa affannosa ricerca che la narrazione si sofferma sull’evoluzione dell’amore, analizzandolo nelle sue varie sfumature: dal sentimento più puro, quello materno, al più distruttivo, quello che si trasforma in odio quando la convivenza diventa un’ossessione, passando per il più romantico, quello dei tempi della scuola e del primo bacio, e per il più carnale. L’argomento, si sa, è complesso, ampio e delicato: parlare d’amore è sempre un azzardo, si rischia di cadere nel banale o nel patetico, o di formulare frasi fatte che difficilmente riescono a ben spiegare concetti legati ai sentimenti. Lo spettacolo, in un susseguirsi di scene allegre e divertenti ed altre un po’ lacrimevoli, (toccante la cosiddetta scena dell’assenza, con il ricordo, rappresentato dalla donna amata metaforicamente appollaiata sulle spalle dell’innamorato abbandonato, che lo segue sempre e gli impedisce di continuare a vivere una vita normale e di intrecciare altre relazioni sentimentali) non ha la pretesa di rivelare verità assolute ma manifesta una certezza: l’amore è l’unico sentimento che, nel bene o nel male ci rende vivi, altrimenti non saremmo che burattini inanimati.

Molto bravi i 30 giovanissimi attori che si muovono con disinvoltura ed evidente sintonia su un palcoscenico colorato e allegro, coinvolgendo il pubblico nella recitazione. Il risultato è uno spettacolo piacevole e ben strutturato, gradito dai numerosi spettatori.

Gi Zeta

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