Antonio Ligabue. “Tormenti ed incanti”

A Palermo, presso il Palazzo Reale, la sala Duca di Montalto ha aperto le sue porte ai “Tormenti ed incanti” del Pittore Antonio Ligabue (1899-1965). Una rassegna monografica di circa ottanta opere promossa dalla fondazione Federico II di Palermo insieme alla Fondazione-Museo Antonio Ligabue di Gualtieri, curata dal professore Sandro Parmiggiani. Ligabue, artista svizzero per nascita, ma adottato dall’Emilia. Una storia biografica travagliata, segnata soprattutto dal dolore per un padre sconosciuto e per un patrigno odiato, ritenuto dal pittore il principale responsabile della prematura morte della propria madre e dei tre fratelli in seguito ad un’intossicazione alimentare. Una psiche delicatissima, che rasPittore Ligabue, esoticoentò la follia e per questo anche rinchiuso, a periodi, in ospedali psichiatrici. Scoperto come talento artistico per caso, iniziò a dipingere intorno al 1920 e tenne la sua prima personale intorno al 1960, a Roma. Adeguatamente riconosciuto anche dopo la sua morte, oggi viene ricordato dalla Sicilia attraverso questa esposizione al Palazzo Reale di Palermo in cui le opere, prevalentemente olii su tavola, sono tutte intrise del dolore della sua anima. Tormento ed incanto si intrecciano. L’espressione malinconica, altamente espressiva, il volto scavato degli autoritratti emerge da un paesaggio agreste sereno, incantato, caratterizzato dal saper attendere i propri frutti tipico della campagna.Il gusto per l’esotico, espresso attraverso il disegno di animali feroci, le cui caratteristiche vengono rappresentate in modo esasperato, si inseriscono in paesaggi dai colori vivaci, valorizzati da una rigogliosa flora. Negli autoritratti, che nel contempo narrano l’evoluzione di Ligabue-uomo, esplode tutta la sua umanità, gli occhi raccontano tutta la sua storia, il suo tormento. Tormento che, però, si evince anche nei paesaggi esotici dove gli animali sono sempre ritratti o a caccia o che hanno già cacciato e mostrano, trionfanti, la propria preda catturata. E’ sempre evidente il contrasto fra una natura dominante, dittatoriale ed una più onesta che, nell’immaginario del pittore ma spesso anche nella realtà, viene sottomessa oppure che nel migliore dei casi lotta lungamente ed audacemente riuscendo infine ad emergere. Le ambientazioni esotiche esprimono, quindi, a parimerito degli autoritratti, approfonditamente il suo animo, il disagio interiore, ma anche una violenta creatività che si rivela come elemento concreto di salvezza. Una mostra che cattura, uno dei pittori simbolo del Novecento.

Fino al 31 Agosto.

Uno “schizzo” della mostra: https://www.youtube.com/watch?v=X7eAM0hbbrE

Laura Faranda

Laura Faranda

Nata a Messina nel 1984. Critica e curatrice di Arte Contemporanea. Anche Dottore di Ricerca in Geografia Umana e Culturale, per questo particolarmente sensibile all'interazione arte/territorio. Ama l’arte ed ogni suo riflesso: dalla tradizione artistica medievale alle espressioni di avanguardia, purché non si cada nel cattivo gusto. Desiderosa di conoscenza, sperimenta spesso i più diversi canali di ricerca. Per scirokko.it cura si occupa di critica d'arte contemporanea e della promozione di nuovi artisti e di eventi culturali messinesi e siciliani.
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