Il 28 Novembre la Galleria Kalòs di Messina (via C. Botta 2a, angolo via T. Cannizzaro) ha continuato a tingersi di contemporaneo, accogliendo la mostra “Cromie ambientali e Volti di Pietra”, dell’artista Giuseppe Brancato.
La mostra, inserita nel programma “Artisti InVista” per la stagione 2015-2016 promosso da Massimo Di Prima ed organizzato da Andrea Reitano, è un excursus di parte del percorso artistico di Brancato (messinese, classe1945). Quest’ultimo, un artista dal curriculum ricco: apprendistato presso l’Istituto d’Arte cittadino; inizia la sua attività produttiva in campo artistico nel 1962, sperimentando la disciplina grafica, la pittura e la scultura.
Il suo è un percorso artistico che indaga, sperimenta, fatto di diversi momenti, diversi linguaggi e sempre “in progress”.
Le opere esposte, in tela con tecnica mista e sculture “Volti di pietra”, rivelano, attraverso un linguaggio profondo e sottilmente attento, una sensibilità particolare verso la natura, il contesto ambientale in cui l’individuo si inserisce. Una natura troppo spesso minacciata o attaccata dall’uomo.
I suoi lavori su tela, infatti, attraverso “macchie”, gocce dilatate di colore acceso su sfondo spesso nero ed alle volte grigio, sembrano lacerazioni, “anima” consistente di una materia quasi distrutta. Tra questi “strappi”, anche una tela più intrisa di “speranza”, in cui i colori sono più armoniosi, sprigionando un’energia “vulcanica”; dove la catastrofe della improvvisa “apertura” della terra simboleggia anche un’occasione per la terra stessa, riuscendo così a dimostrare la sua “anima”.
I suoi “Volti”, delicate espressioni emotive, rivelano anch’essi, già dalla loro realizzazione in pietra, un rapporto speciale tra l’Artista e la natura; ma sono divenuti “entità” plasmate, modellate dalle mani di Brancato. Entità sottratte all’anonimato e portate alla luce, ad un più nitido riconoscimento.
E’ una mostra, questa, che rappresenta un recupero dell’integrità della natura, dell’uomo e del rapporto fra questi. Un richiamo alla identità originaria dell’esistenza, alla sua bellezza, ma anche alla sua precarietà.
Fino al 4 Dicembre 2015
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