Etichetta sui prodotti alimentari: istruzioni per l’uso

Quando facciamo la spesa cosa ci guida nel riempire il carrello? L’intuito, il portafoglio o le nozioni che sappiamo su ciò che stiamo per acquistare?
Ogni alimento è accompagnato da un’etichetta con lo scopo di informare il consumatore sul prodotto, ma spesso questa è incomprensibile e non si sa come leggerla. Dal 1982 è obbligatorio per legge che l’etichetta rechi l’elenco degli ingredienti, in modo chiaro e visibile, dopo 10 anni arriva il decreto legislativo n.109 del 27/1/1992, che stabilisce i criteri per le etichette dei prodotti alimentari. L’articolo 9 del Reg. UE 1169/2011 ha aggiunto altre informazioni importanti, come il Paese di origine e il luogo di provenienza.
Per legge, l’etichetta alimentare è definita come “l’insieme delle menzioni, delle indicazioni e dei marchi di fabbrica o di commercio, delle immagini o dei simboli che si riferiscono ad un prodotto alimentare e che figura direttamente sull’imballaggio o sulla confezione o su una etichetta appostavi o sui documenti di trasporto“.
Vi sono norme relative all’etichettatura comuni a tutti i prodotti alimentari e altre norme specifiche per quanto riguarda le carni, le bevande alcoliche e gli alimenti deperibili, in generale l’etichetta deve essere chiara, leggibile e indelebile, può essere in più lingue, ma necessariamente nella lingua ufficiale dello Stato in cui il prodotto è commercializzato, deve citare la marca, la denominazione, Paese di origine e luogo di provenienza, il peso sgocciolato e il peso netto, elenco degli ingredienti, gli additivi, gli allergeni, quantità di nutrienti, il valore energetico, i termini di scadenza e modalità di conservazione e di utilizzo, il lotto di appartenenza del prodotto.

Andiamo a vedere in dettaglio le singole voci:
La denominazione indica il nome del prodotto e deve comprendere informazioni relative alle condizioni fisiche del prodotto alimentare o al trattamento specifico che ha subìto (prodotto in polvere, congelato, concentrato, affumicato, ecc.). Se il prodotto ha subìto un trattamento ionizzante, occorre indicarlo.
Il Paese di origine e luogo di provenienza è obbligatoria per alcune categorie di prodotti quali la carne, la frutta e la verdura. È inoltre obbligatoria se il nome commerciale o altri elementi sull’etichetta, quali un’immagine, una bandiera, o il riferimento ad una località possono indurre in errore il consumatore sull’esatta origine del prodotto. L’obbligo di indicare il luogo di allevamento e macellazione, da aprile 2015 si estende a tutte le carni: suine, ovine, caprine e il pollame.
Gli ingredienti devono essere elencati in ordine decrescente di peso (fanno eccezione i preparati a base di frutta o verdura mista). Tra gli ingredienti rientrano anche gli aromi: se troviamo scritto solo “aromi” si tratta di aromi artificiali, prodotti in laboratorio, invece se trovate scritto “aromi naturali” e si tratta di essenze, estratti, succhi ottenuti da materie vegetali.
Gli additivi devono essere elencati, sono sostanze chimiche prive di valore nutrizionale che hanno lo scopo di conferire particolari caratteristiche agli alimenti o facilitarne la conservazione. Gli additivi sono divisi in varie categorie: conservanti, antiossidanti, emulsionanti, coloranti, ecc. Sull’etichetta si può trovare, talvolta, il nome degli additivi, altre volte la sigla europea “E “ seguita da un numero identificativo CE. Nel caso si tratti di alimenti composti da un solo ingrediente non è necessario specificarlo (ad es: latte).
Gli allergeni presenti è obbligatorio indicarli per le persone che soffrono di allergie e/o intolleranze. Gli allergeni includono cereali che contengono glutine, pesce, crostacei, uova, arachidi, soia, latte e derivati compreso il lattosio, noci, sedano, senape, semi di sesamo e solfiti. La lista degli allergeni viene periodicamente aggiornata alla luce delle conoscenze scientifiche più recenti.
La quantità di nutrienti deve essere descritta, la tabella nutrizionale deve riportare una dichiarazione relativa al valore energetico e alla composizione nei seguenti nutrienti: proteine, carboidrati, grassi, fibre alimentari, sodio, vitamine e sali minerali presenti in quantità significativa. Con l’etichetta nutrizionale il consumatore può scegliere il prodotto che è maggiormente rispondente alle proprie esigenze o più utile in situazioni particolari. L’etichettatura nutrizionale è attualmente facoltativa ma diventa obbligatoria quando il prodotto vanta caratteristiche con la dicitura “nutrizionali o dietetiche”. In questa parte del’etichetta rientra l’indicazione del valore energetico, deve essere presentato in quantità assolute per 100 g (ml) e in aggiunta può essere espresso per porzione. Il nuovo regolamento mantiene la richiesta di mostrare l’energia sia in kilojoule (kJ) che in kilocalorie (kcal) per 100 g (ml), Quando queste informazioni vengono dichiarate per una porzione o unità (es. per biscotto), deve essere indicata la dimensione di una porzione. Fino al 13 dicembre 2016 sarà facoltativo inserirli, dopo diventa obbligatorio.
La durata: le date che corrispondono alle indicazioni “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” indicano per quanto tempo l’alimento rimane fresco e può essere consumato senza alcun rischio.
Da consumarsi entro” viene utilizzato per alimenti che si degradano facilmente (es. carni, uova, latticini), tutti i prodotti freschi confezionati hanno una data di scadenza da questa dicitura. Dopo la data indicata i prodotti non devono essere consumati poiché possono causare intossicazioni alimentari.
Da consumarsi preferibilmente entro” si usa per gli alimenti che possono essere conservati più a lungo (es. cereali, riso, spezie). Non è pericoloso consumare un prodotto dopo la data indicata, ma l’alimento può aver perso sapore e consistenza. Naturalmente le date di scadenza sono valide solo a condizione che il prodotto sia stato conservato secondo le indicazioni. Ci sono comunque alcuni prodotti che non hanno l’obbligo di indicare la scadenza (vini, sale da cucina, caramelle ecc.).
L’uso del termine “biologico” sulle etichette è sottoposto a una rigorosa normativa comunitaria. La denominazione è permessa soltanto con riferimento a metodi specifici di produzione alimentare conformi a standard elevati di protezione dell’ambiente e di benessere degli animali. Il logo europeo “agricoltura biologicaregime di controllo CE” può essere usato dai produttori che rispettano i requisiti richiesti.
Gli organismi geneticamente modificati (OGM)  devono essere obbligatoriamente indicati sull’etichetta per i prodotti che hanno un contenuto di OGM superiore allo 0,9 %. E vanno inseriti nell’elenco degli ingredienti con la dicitura “geneticamente modificato”.
Un’attenzione particolare va agli Il significato delle sigle «E …».
Quando un additivo alimentare è dotato di una sigla E seguita da un numero, questo significa che ha superato dei test, è stato approvato e può essere utilizzato in tutta l’Unione europea, tra questi possiamo trovare:
gli antiossidanti che prolungano la durata degli alimenti impedendo ai grassi, agli oli e a talune vitamine di combinarsi con l’ossigeno nell’aria. L’ossidazione rende gli alimenti rancidi e fa loro perdere colore. Esempio: la vitamina C, chiamata anche acido ascorbico o E300.
I coloranti usati per sostituire il colore naturale che scompare durante la lavorazione o la conservazione in deposito del prodotto, o per dare ai prodotti un colore appropriato.
Gli emulsionanti favoriscono la miscela di ingredienti, come l’olio e l’acqua, che altrimenti si separerebbero, tra queste le Lecitine (E322).
Gli stabilizzanti impediscono agli ingredienti miscelati di separarsi nuovamente.
I gelificanti vengono comunemente usati per le marmellate come la pectina (E440).
Gli esaltatori di sapidità: sono sostanze che esaltano il sapore di alimenti salati e dolci senza aggiungere un loro sapore specifico. (es. Glutammato monosodico (E621), spesso aggiunto agli alimenti trasformati, in particolare minestre, salse e salsicce).
I Conservanti impediscono il deteriorarsi degli alimenti. La maggior parte degli alimenti che si conservano a lungo contengono conservanti, a meno che non sia stato usato un altro metodo di conservazione come congelazione, inscatolamento o essicazione. (Es. anidride solforosa (E220) per impedire alle muffe o ai batteri di formarsi, mentre la pancetta, il prosciutto, la carne in scatola e altre carni stagionate spesso sono trattate con nitriti e nitrati (E249 – E252).
I dolcificanti sono utilizzati al posto dello zucchero in prodotti quali bibite frizzanti, yogurt e gomma da masticare. (Es. Aspartame (E951), saccarina (E954), acesulfame-K (E950) e sorbitolo (E420).
Ricordate che per le uova ciò che trovate scritto sulla confezione esterna lo trovate predente sul codice impresso sul guscio 0 IT 045 TO 001, sveliamo il segreto: a prima cifra indica il tipo di allevamento: 0 corrisponde all’allevamento biologico, 1 a quello all’aperto, 2 a terra, 3 in batteria. La seconda e la terza lettera rappresentano la sigla del Paese di produzione (IT per l’Italia). I 3 numeri successivi sono un codice che indica il Comune, seguito dalla sigla della Provincia. Le ultime 3 cifre sono il codice attribuito dalla ASL ad ogni singolo allevamento. Sotto questo codice troviamo la data di scadenza o quella di deposizione, in questo caso basta sapere che le uova hanno una scadenza di 28.
Spero sia stato utile per destreggiare nella jungla dei prodotti alimentari e per fare la spesa con più consapevolezza, non solo scegliendo prodotti più salutari, ma aiutando le produzioni locali e cibarci senza far soffrire gli animali.

Ketty Vasi

pausacaffeblog.it

0 Commenti

Scrivi un Commento

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com