Gli europei del terrore

Sono appena cominciati gli europei di calcio. Squadre e gironi da superare per vincere una coppa che diventa orgoglio nazional popolare. E tra poco meno di due mesi anche i giochi olimpici in Brasile. Estate piena per gli appassionati di qualsivoglia disciplina sportiva. Ecco appunto: disciplina. Mentre da Rio de Janeiro avvertono la possibilità di non riuscire a garantire i servizi essenziali, come la sicurezza, la sanità e i trasporti pubblici, in Francia si consuma un vero e proprio attacco. Questa volta si tratta dei “tifosi” della Croazia che durante il match contro la Repubblica Ceca, hanno scatenato l’inferno. Un vero e proprio attacco pianificato che ha reso invivibile la città di Marsiglia per ore. Inoltre, tutti i match che vedono protagoniste Belgio e Francia sono ritenuti ad alto tasso di pericolosità.

Da che mondo è mondo lo stadio non è mai stato un posto tranquillo. Sono accaduti fatti a dir poco spiacevoli, dove addetti ai lavori, forze dell’ordine e comuni appassionati, ci hanno rimesso a volte, anche la vita. Dentro e fuori dagli stadi. Dunque mi chiedo, in un momento come questo, in un Paese come la Francia, era proprio necessario celebrare questi europei? Sì, è vero, molti fatti si sono verificati in altri luoghi con un alto tasso di affluenza, lo sappiamo, e non per questo si può smettere di viaggiare, lavorare, spostarsi, in una sola parola vivere e poi il giro di soldi e di interessi che ruota intorno a eventi del genere non si può fermare per tanti motivi o forse solo per uno: the show must go on.

La vita deve andare avanti. E diamine! Le vite spezzate in maniera tragica e insolente, barbara e meschina, non sono servite a nulla? In sintesi: siamo feriti profondamente da gente che si fa esplodere e questi qui, pensano di fare una caciara per una cavolo di partita? A questo punto non so se augurarmi che dietro ci sia qualcos’altro. E ripenso alle parole del mio professore di storia moderna all’università che una volta mi disse: “La vita è come un pendolo, prima o poi oscillerà dalla parte opposta”. Me lo auguro. E sono qui che aspetto. E anzi ringrazio Dio che non si stiano tenendo in Italia questi europei, perchè lo ammetto: ho paura.

Ileana Panama

Ileana Panama

Filosofa dallo spirito libero e passionario. Mille difetti e un solo pregio: la caparbietà. Pare che per essere il direttore basti. Non ama le mezze misure, le mezze parole e le mezze stagioni. Onestà intellettuale ed educazione, queste le cose che apprezza negli altri. Profondamente attaccata alle sue radici, è tornata, dopo un lungo vagabondar per restare ma soprattutto per Fare. Imperdibili le sue interviste.
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