Il perché del nome “Trinacria”

Conosciuto come lo stemma della bandiera siciliana, la Trinacria è un simbolo la cui origine non è del tutto chiara. Ancora una volta la storia della Sicilia si intreccia con la mitologia e infatti questa figura, che ha solo testa e gambe, raffigura un personaggio raccontato dal poeta greco Esiodo (VIII – inizio VII sec. a.C.): Gorgone è il suo nome e unifica in un solo corpo le tre figlie di due divinità del mare, Forco e Ceto. I suoi capelli sono serpenti intrecciati con spighe di grano e le gambe sono piegate all’altezza del ginocchio.
Lo stesso Omero, nell’Odissea, riferendosi alla Sicilia, usò il termine Thrinakie, che significa “isola a forma di tridente”. Il nome fu poi mutato in Trinakria, che vuol dire “isola dai tre promontori”: Capo Peloro (o punta del Faro, Messina, Nord-Est), Capo Passero (Siracusa, Sud), Capo Lilibeo (o Capo Boeo, Marsala, Ovest).
Persino Dante Alighieri, nella Divina Commedia, ricorse al nome Trinacria, per fare forse riferimento alla forma triangolare dell’isola.

 

E la bella Trinacria, che caliga
tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo
che riceve da Euro maggior briga,
non per Tifeo ma per nascente solfo,
attesi avrebbe li suoi regi ancora,
nati per me di Carlo e di Ridolfo,
se mala segnoria, che sempre accora
li popoli suggetti,
non avesse mosso Palermo a gridar: “Mora, mora!”.

Dante (Paradiso: Canto VIII)

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