E’ ancora il Teatro Greco di Tindari, “il tempio dell’arte”, ad ospitare la seconda edizione dell’Indiegeno Fest 2015. Nella cavea rivolta verso il Tirreno ed affacciata sul golfo di Patti più di mille spettatori a godere del magnifico spettacolo offerto anche quest’anno dal festival, promosso ed organizzato dall’etichetta discografica Leave Music. La line-up di questo giovedì 13 agosto è ricchissima: Niccolò Fabi e Gnuquartet, Colapesce, Levante, Di Martino e Tommaso di Giulio, noti cantautori del panorama indie-rock italiano.
Sulle ultime luci del giorno sale sul palco dell’Indiegeno il giovane cantautore romano Tommaso di Giulio che con la sua simpatia scalda subito il pubblico. A seguire il palermitano Antonio Di Martino che, accompagnato dai bei arrangiamenti ritmici di Giusto Correnti e dalle note di Angelo Trabace al piano, realizza una sincera e piacevolissima performance suonando i brani più significativi dei suoi tre lavori discografici. Di origini siciliane, ma trapiantata a Torino, anche Levante che entra in scena con una mise in perfetto stile greco classico. Sostenuta dalla corposità e precisione del batterista Alessio Sanfilippo e dalla chitarra di Gionata Mirai (Teatro degli Orrori), con la sua voce e la sua energia ci mette poco a caricare la platea. Fin troppo atteso Colapesce che non sembra soddisfare pienamente il pubblico, forse anche a causa dei problemi audio che meno degli altri artisti pare sostenere; presenta all’Indiegeno il suo ultimo disco “Egomostro” (42Records), uscito lo scorso febbraio col singolo “Maledetti Italiani”.
Violino, viola, violoncello e flauto a comporre i Gnuquartet che con grande maestria e fascino accompagnano la performance di Niccolò Fabi alla chitarra e al piano. Ben assistito dalla bravura del fonico Riccardo Parravicini, il cantautore crea un’atmosfera davvero suggestiva e raffinata con continui applausi e standing ovation da parte del pubblico. Scivolando tra i suoi brani più conosciuti e significativi azzarda “L’amore non esiste” – canzone tratta dall’album “Il padrone della festa” e frutto della collaborazione con Max Gazzè e Daniele Silvestri – e raggiunge il massimo momento di intensità con “Lasciarsi un giorno a Roma” con cui conclude l’esibizione, sicuramente la più matura e comunicativa di questa seconda edizione. A chiusura della serata tutti gli artisti hanno regalato un momento magico intervenendo sul palco con “La stagione dell’amore”, omaggio al maestro siciliano Franco Battiato.
Un festival interessante e molto apprezzabile dal punto di vista musicale e culturale anche per l’intento di valorizzare la Sicilia, isola in continuo fermento artistico, che quest’anno ha voluto inoltre ospitare il Mei – Meeting delle Etichette indipendenti – con un incontro aperto a tutti gli operatori musicali e con l’opportunità per gli artisti emergenti di far ascoltare i propri demo.
Aspetteremo il prossimo anno per vedere cos’altro ci regalerà l’Indiegeno Fest!
Paola Longo
Luciano Panama
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