La vecchia dell’Aceto

La seconda protagonista, seppur molto simile nel modus operandi alla fatale acquaiola, porta nella sua personalità un’attrattiva totalmente opposta, parliamo di Giovanna Bonanno, o più volgarmente nota come “La vecchia dell’aceto”.

Siamo sempre a Palermo, è passato più di un secolo da quando Giulia Tofana veniva giustiziata assieme ai suoi apprendisti, e Giovanna Bonanno è esattamente l’opposto della prima, ormai anziana e cagionevole, vive come può da mendicante, con un asso nella manica: un’intelligenza fuori dal comune.  E sarà proprio questa sua astuzia a cambiare radicalmente lo  stile di vita dei suoi ultimi anni. Un giorno infatti, frequentando lo speziale del paese, l’anziana nota che una bambina che aveva ingerito per errore dell’aceto per pidocchi, si trovava in preda a spasmi e lancinanti dolori, e nonostante questa fosse stata abilmente salvata dall’aromataro, l’astuta vecchina fiuta un possibile affare e intraprende così una serie di esperimenti. Inzuppa infatti un tozzo di pane nell’aceto per pidocchi e lascia che un cane, lo ingerisca. Tornata dopo qualche ora sul “luogo del delitto”, trova il cane agonizzante ormai in fin di vita e capisce di essere sulla strada giusta. Il suo straordinario acume la induce inoltre ad intuire che se il pelo del cane viene via facilmente o la mucosa delle labbra risulta nera e viscosa, sarà facile per i medici risalire ad un avvelenamento, ed analizzato il corpo della malcapitata bestia, e riscontrata la mancanza di questi due elementi la vecchia capisce di possedere un veleno facile da recuperare e che sembra non lasciare alcuna traccia.  Inizia così l’avventura della nostra “vecchia dell’aceto” che sfruttando la sua fama da megera, inizia a diffondere tra le più “insoddisfatte” delle sue concittadine, la voce di possedere un arcano liquore (aceto per pidocchi in effetti non suonava altrettanto bene) che può “risolvere” molte seccature. Il suo business, pur non avendo lo stesso successo di quello della Tofana (“solo” sette sono le vittime accertate), riesce a mettere in difficoltà i medici del tempo, convinti effettivamente che i malcapitati soffrissero semplicemente di febbri gastriche, che al concludersi del settecento non furono cosa rara. L’età tuttavia gioca a chiunque brutti scherzi e la nostra ormai quasi ottuagenaria Giovanna commette un fatale errore, vende una dose di veleno ad una giovane donna ormai stanca del marito senza sapere tuttavia che la vittima designata è il figlio di una sua cara amica, che accecata dalla sete di vendetta le tende una trappola, finge di voler comprare a sua volta una dose di veleno e al momento dell’acquisto si presenta con quattro testimoni, mettendo in questo modo fine al susseguirsi di omicidi. Così il 14 Luglio 1789, mentre i parigini prendevano d’assalto la Bastiglia, la vecchia dell’aceto pendeva dalla forca, divenendo così l’ultima strega giustiziata in Italia.

Alessandro Longo

Alessandro Longo

Alessandro Longo

Alessandro Longo, classe 1992. Laureando in Relazioni Internazionali e Politiche presso l’Università di Messina, è nato e cresciuto a Torre Faro. Scrive su scirokko.it per la rubrica “Giallo Vintage”, occupandosi della ricostruzione e della narrazione di vecchi casi che, per il loro impatto sociale, hanno interessato la cronaca nera non solo italiana, ma di tutto il mondo.
3 Commenti
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    Sara Bonanno

    Ben scritto ed estremamente interessante complimenti!

    01/12/2014 at 13:49
  2. Avatar
    Francesco

    Complimenti, bell’articolo!

    04/12/2014 at 15:55
  3. […] analizzato diversi casi di donne passate alla storia per la crudezza dei loro reati – vedi: Giovanna Bonanno, Giulia Tofana e Mary Mallon. A rincarare la dose vi proponiamo una breve biografia delle […]

    17/08/2015 at 11:02

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