Le Cinque Giornate di Messina e il ricordo dei “Camiciotti”

In una città assetata di memoria storica – come è Messina – quello di ieri è stato un incontro importante. L’associazione culturale “La Sicilia ai Siciliani”, che da anni opera sul territorio combattendo l’oblio a cui questa città sembra essere destinata, ha voluto ricordare “Le Cinque Giornate di Messina” (3-7 settembre 1848) in cui la città peloritana resistette eroicamente all’invasione borbonica, combattendo una durissima battaglia che – a seguito di pesanti bombardamenti che costarono al re Borbone l’appellativo di “Re Bomba” – distrusse interamente la città.

L’assedio a Messina aveva avuto inizio nel gennaio dello stesso anno e l’esercito siciliano si era mostrato all’altezza della situazione, nonostante l’inesperienza in ambito militare che lo portò a commettere una serie di errori. Ma era il popolo a combattere e lo faceva in difesa della propria città e per amore della stessa: uomini, donne e persino bambini si unirono compatti contro l’esercito napoletano e tra questi si distinsero Francesco Munafò, Antonio Lanzetta, Antonino De Salvo (detto “Pagnocco”) e Rosa Donato, quest’ultima rinominata “a cannunera” perché riuscì a trascinare un piccolo cannone dal quale non si separò fino all’avvicinamento del nemico, quando lo fece scoppiare con fragore.
E mentre la città era sottoposta alla violenza delle bombe, un anziano uomo di nome Salvatore Bensaia, percorreva le vie a capo di una banda musicale che suonava marce guerresche. Ovunque si respirava aria di morte e di distruzione e il 7 settembre arrivò l’epilogo: l’esercito siciliano, che aveva saputo fronteggiare dignitosamente il nemico, stava andando incontro alla sconfitta. Fu lì che un gruppo di giovani, chiamati “Camiciotti” (perché indossavano una corta blusa a forma di camiciotto), combatterono strenuamente contro gli avversari fino a quando – stanchi, in carenza di munizioni e decimati – si trovarono accerchiati intorno al pozzo del Monastero della Maddalena dove si gettarono, andando incontro alla morte. E lo fecero per non consegnarsi al nemico.

Il pomeriggio di ieri è stato un ritorno a quelle giornate di metà Ottocento: attraversando i luoghi più significativi delle difese messinesi, da Cristo Re fino alla Casa dello Studente, Gianluca Castriciano e Sergio Longo hanno ricordato – attraverso un excursus storico e in modo coinvolgente – i momenti salienti della Rivoluzione indipendentista siciliana, a seguito della quale venne ripristinata la Costituzione Siciliana del 1812. L’evento si è concluso con la commemorazione dei Camiciotti, a cui l’associazione “La Sicilia ai Siciliani” aveva apposto, nel 2013, una targa commemorativa sotto la quale, quest’anno, è stato poggiato un cesto di fiori, successivamente posto davanti alla Casa dello Studente. Fuori, ancora una volta, a causa dell’inagibilità della struttura.

«La Cittatedda ’nfamia / China di cannuneri / Ci mpizzamu li banneri / E vulemo la libirtà: / La libirtà! / Spara lu forti i ll’Andria / Spara la culumbrina / Si campava Maria Cristina / Nni dava la libirtà / La libirtà! / Spara lu forti i ll’Andria/ Spunna lu Sarbature; La bannera di tri culuri / E vulemo la libirtà:/ La libirtà! / La Cittatedda ‘nfamia / China di cannuneri / N’na bruciatu li quartieri / Ma vulemo la libertà: / La libirtà! / Na palummedda janca / Nnimuzzica lu pedi / Ferdinandu cu so mugghieri / ’Ntra Sicilia nun regna cchiù».

[La Cittadella infame / Piena di cannonieri / Vi appendiamo la nostra bandiera / E vogliamo la libertà / La libertà / Spara il forte dell’Andria / Spara la colubrina / Se viveva la regina Maria Cristina / Ci dava la libertà / Spara il forte dell’Andria / Spara il forte San Salvatore / La bandiera di tre colori / E vogliamo la libertà / la libertà / La Cittadella infame / piena di cannonieri / ci ha bruciato i quartieri / ma vogliamo la libertà / la libertà / una colombella bianca / ci pizzica il piede / Ferdinando con sua moglie / non regna più in Sicilia].

Sonia Bucolo

Sonia Bucolo

Criminologa ed Esperta al Tribunale di Sorveglianza di Messina, si laurea in Scienze Politiche e si specializza in Criminologia. Oggi prosegue i suoi studi in Psicologia, coniugando studio e lavoro. Studiosa del fenomeno criminoso e dei fenomeni carcerari, nella loro complessità, cura la rubrica di Criminologia di scirokko.it, occupandosi dell'analisi e della divulgazione delle fattispecie criminologiche.
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