Si tratta di una delle feste più conosciute al mondo, celebrata non solo in quasi tutta Europa ma anche in America e in alcune regioni asiatiche, ed i suoi festeggiamenti, pur collegandosi al Cristianesimo, conservano molto più di altre celebrazioni i tipici tratti del paganesimo. Il Carnevale infatti si riallaccia alle antichissime tradizioni celtiche e germaniche che vedevano nei primi mesi invernali il periodo più buio e difficile per i contadini, che incolpavano le forze soprannaturali delle loro sciagure: tra Dicembre e Marzo infatti per queste popolazioni avveniva un contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti, che ritornavano temporaneamente nell’Aldiqua. Questa schiera di demoni chiamata Caccia Selvaggia era guidata da un “re dell’inferno” che nella lingua germanica è detto holle konig (oppure Helleking), in francese Harlequin ed Arlecchino in italiano, personaggio che nel corso dei secoli ha perso la connotazione malvagia che lo caratterizzava per diventare un diavoletto buffo e successivamente una mascherina. Il Carnevale si collega anche alle tradizioni romane, ed in particolare ai Saturnali, feste in onore dell’omonimo dio ancestrale: durante i giorni a lui dedicati si ribaltavano tutti gli ordini sociali, i servi diventavano uguali ai padroni, le donne uguali agli uomini e tutti si mascheravano facendo baldoria ricreando in qualche modo il caos primordiale prima del ritorno alla normalità. Anche ai giorni nostri possiamo ritrovare stralci degli antichi rituali, ad esempio nelle regioni più interne del Mezzogiorno e nella stessa Sicilia si è soliti continuare la tradizione contadina del Cannaluvari, un fantoccio simile ad uno spaventapasseri che viene decorato con salsicce appese al collo venendo a volte deriso dai festeggianti ed a volte pianto come un defunto (spesso le due cose si alternano). Il fantoccio, dopo i balli ed i canti, che continuano per tutta la sera del Martedì grasso, viene dato alle fiamme affinché si ritorni alla serietà che deve contraddistinguere la Quaresima.
0 Commenti