Dopo averci accompagnato durante l’inverno alla Sala Laudamo, il Laboratorio Teatrale “Nel Paese dei Balocchi” torna sulle scene, ma stavolta in una location diversa, a cielo aperto: il Monte di Pietà, a Messina.
Istinto, Solitudine, Inganno
L’insieme delle stanze, che ormai formano un unico organismo, è stato curato da Angelo Campolo con la regia collettiva dello stesso con Annibale Pavone, Paride Ac
Di nuovo le stesse dinamiche, veloci e dirette, coinvolgono il pubblico con grande entusiasmo: tra esibizioni corali e soliloqui, i protagonisti si relazionano tra loro e con il pubblico, intercettando colori forti e tenui sostenuti dalla straordinaria scenografia, curata da Giulia Drogo, che ha dato forza all’espressione dell’intero messaggio. Anche stavolta il movimento sul palco ha contribuito alla riuscita dello spettacolo e ha permesso di ricreare l’armonia tra i racconti degli stati d’animo, grazie alla coreografia di Sarah Lanza, che ha curato nel dettaglio i quadri sulla scena.
Infine è assolutamente doveroso sottolineare la sensibilità di chi ha appoggiato sin dall’inizio questa iniziativa: l’Associazione Culturale Daf, nella persona di Giuseppe Ministeri, già promotore di spettacoli insieme ad Angelo Campolo, e impegnato in questo nobile progetto di riappropriazione dell’esperienza teatrale a Messina.
Per l’occasione, lo abbiamo incontrato per conoscere meglio il suo lavoro.
Grande rivelazione “Nel Paese dei Balocchi” sono stati i giovani attori. Hanno senz’altro contribuito al grande successo degli spettacoli. Quali sono le tue impressioni a riguardo e rispetto alle trame raccontate?
I giovani del Laboratorio sono stati senza alcun dubbio i protagonisti e gli artefici del nostro successo. Senza loro, senza la loro partecipazione, dedizione, il loro sacrificio, niente di tutto questo si sarebbe realizzato. Loro sono stati la vera forza. Mi piace dire, quando parlo di loro, che la nostra grande fortuna è stata quella di trovare un gruppo numerosissimo di ragazze e ragazzi che innanzitutto sono persone perbene. Non è poi una cosa così scontata, mi creda. E poi, certo, sono stati di una bravura straordinaria, capaci di “riciclarsi” ogni volta col Regista con cui iniziavano a lavorare, e con la nuova situazione che si prospettava…davvero fantastici!
Che ruolo ha l’associazione Daf nell’ambito della promozione culturale?
L’Associazione culturale DAF, che si avvia a compiere i suoi quindici anni di attività, intende rafforzare e rilanciare la propria mission incrementando e rendendo stabile il lavoro sul territorio in cui opera principalmente ma anche e sopratutto desidera “aprirsi” all’offerta culturale globale, portando i propri “prodotti” fuori dalla Sicilia e interagendo con le altre strutture che a livello europeo ed internazionale sono affini e speculari a noi. Questo per noi significa promozione culturale: produzione, ma che poi raggiunga quante più persone possibili. Non ci interessa fare per noi stessi le cose.
Quali altri progetti hai in serbo per la città? Qualche anticipazione sulle prossime iniziative?
A breve lanceremo il bando del nuovo laboratorio teatrale che sarà nuovamente la spina dorsale del progetto teatrale “Laudamo in Città” 2015/2016. Lavoreremo su Pier Paolo Pasolini, nei 40 anni dalla sua morte. Ci saranno tante novità rispetto al lavoro fatto quest’anno. Siamo convinti che solo cambiando, rinnovandosi, si possa aspirare a nuovi successi. Mai ripetersi.
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