Occhiali scuri e bombetta. Così si presenta sul palco del Retronouveau, Lorenzo Kruger , voce e leader dei Nobraino. Sobrio, in controtendenza al suo modo di stare sul palco, a tratti drammatico da rasentarne la “messa in scena” ma comunque accattivante, almeno per gli appassionati. Lui è uno rinomato per le sue performance fuori dal comune che estemporanee o no, muovono vecchie e nuove dinamiche di interazione col pubblico stesso. I Nobraino sono una piccola orchestra racconta storie. Suonano insieme da vent’anni e solo qualche tempo fa hanno allargato la loro formazione a Davide Barbatosta (chitarra, tromba e seconda voce) presentandolo al pubblico come aspirante Nobraino, scelta condivisa dalla band che vuole tenere saldo l’equilibrio in cui si muove da diverso tempo. Quatto dischi, “L’ultimo dei Nobraino”, uscito a febbraio del 2014 li porta a girovagare in un tour dove si racconta di vita forse vissuta forse inventata, sicuramente ficcante nelle sue folli sfaccettature a volte talmente paradossali da non crederci. Folk, Rock, Indie, Blues, Musica d’autore, una miscellanea dentro la quale non intendono comunque perimetrare la propria esistenza artistica. “ Per un artista – racconta Nestor (Fabbri, il chitarrista, ndr) – non avere una gabbia che ti chiude dentro è il massimo, di solito le etichette te le mettono da fuori; l’ultimo disco è molto cantautorale”. Sono di poche parole i Nobraino, lasciano tutto al palco e, francamente, spiazzano solo quando eseguono la cover de l’Italiano di Toto Cutugno ma si sa le “brutte” serate, capitano.
Ileana Panama
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