Dispositivi da iniettare, ingerire o incorporare per l’identificazione: il nuovo futuro?

Da diverso tempo le grandi aziende del web stanno cercando di trovare un’alternativa alle password alfanumeriche, ormai considerate fin troppo vulnerabili. Secondo lo sviluppatore di PayPalJonathan Leblanc, il prossimo passo potrebbe essere rappresentato dalla vera integrazione con il corpo umano. I pagamenti mobili ma anche le interazioni online sensibili saranno sostituiti con l’identificazione corporea. Estremizzando, si può parlare di impianti nel cervello, ma più banalmente cyber-pillole da deglutire che potranno alimentarsi grazie agli acidi dello stomaco. Una pillola come tante altre, solo che una volta ingerita trasforma il corpo della persona che l’ha ingoiata in una password vivente. La capsula, entrando in contatto con i succhi gastrici, si attiva e inizia a emettere un segnale che viene riconosciuto dai dispositivi situati intorno all’utente, autorizzandone così l’uso da parte del proprietario. Dai test condotti in laboratorio la pasticca sembrerebbe priva di effetti nocivi per l’uomo. L’ideale sarebbe, secondo Leblanc, un chip impiantato sotto pelle con sensore ECG che possa trasmettere i dati dell’attività elettrica del cuore (un parametro unico per ogni individuo) e comunicare via wireless a “wearable computer tattoos”. PayPal sta  lavorando a progetti di sviluppo di questo tipo, come ad esempio braccialetti di identificazione per i battiti cardiaci. Anche Motorola sta pensando di utilizzare un chip applicabile sulla pelle e una pillola ingeribile come chiavi di accesso ai propri device. Il concetto tradizionale di password, insomma, rischia di avere le ore contate.

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