Pina Inferrera: “Calligrammi”

Prosegue il lavoro del progetto scientifico, nato a Messina, “Le Scalinate dell’arte”, il cui nome evoca contemporaneamente la “scalata”, la progressione, la rigenerazione concreta grazie all’arte e la rigenerazione territoriale e quindi identitaria relativamente alla città di Messina sempre grazie al potente escamotage artistico.

Il Progetto, promosso dall’associazione culturale Team Project, questa volta propone alla Città, presso il Palacultura Antonello, il ritorno di un’altra figura artistica notevole messinese e che da diverso tempo ormai nota in campo nazionale ed internazionale: Pina Inferrera.

L’Artista, che vive a Bergamo, si presenta con una retrospettiva curata da Mosè Previti (storico e critico d’arte per Le Scalinate dell’Arte) che può dirsi contemporanea, essenziale, poetica.

Da sempre la Inferrera indaga la realtà, a lei circostante e la propria interiore. E lo fa anche questa volta in questa sua nuova mostra: “Calligrammi”.

Come un “calligramma” tutte le opere esposte cooperano per un messaggio poetico da Lei pensato e realizzato per essere guardato, contemplato, letto.

E’ un messaggio ed un invito rivolto all’osservatore a penetrare dentro alla mostra, così da entrare in una dimensione altra, che si fa visionaria.

Radici, rami spogli e rami fioriti, cieli azzurri e cieli nuvolosi, colori e bianchi e neri, terreni asciutti e laghi… sono questi gli oggetti ritratti, che apparentemente potrebbero far pensare ad una qualche monotonia, ma che invece ad occhio interessato suggeriscono una immersione nell’immagine proposta tale da diventare un’unica dimensione con chi la osserva.

Elementi naturali che attraggono potentemente finchè, contemplati, diventano umanizzati.

Una natura, quella ritratta, creata perfetta ma divenuta imperfetta… proprio come l’essere umano.

Ma la esposizione, ricercando sul rapporto uomo/natura e uomo/uomo induce ad una riflessione anche su quella fondamentale distinzione tra “spazio” e luogo”; ricordando un libro, piccolo ma interessante, di Michela Pozzi (“Sentimento dello spazio”, Linaria 2015), a sua volta artista e “contemplatrice dei luoghi”,  in cui ci si sofferma su come lo “spazio” abbia una dimensione oggettiva, organizzata e trasformata dagli individui e di come invece il “luogo” induca ad una dimensione più soggettiva… nasce nella mente di chi lo percepisce e per il modo in cui lo fa… ed è nel luogo che si ritorna, non nello spazio.

Ecco, ogni opera esposta della Inferrera forma un unico luogo destinato ad essere attraversato (anche grazie ad un video e ad una audio editing creati ad hoc a cui il pubblico può connettersi direttamente dal proprio cellulare) e ripercorso per catturarne ogni volta nuove sfumature.

 

Fino al 27 Novembre.

Orari:  10.00 – 13.00;  17.00 – 19.30

Si ringrazie Le Scalinate dell’Arte per le fotografie.

P.s. il Palacultura Antonello si trova a Messina, sul Viale Boccetta

Di seguito qualche scatto della mostra.

 

 

 

 

 

Laura Faranda

Laura Faranda

Nata a Messina nel 1984. Critica e curatrice di Arte Contemporanea. Anche Dottore di Ricerca in Geografia Umana e Culturale, per questo particolarmente sensibile all'interazione arte/territorio. Ama l’arte ed ogni suo riflesso: dalla tradizione artistica medievale alle espressioni di avanguardia, purché non si cada nel cattivo gusto. Desiderosa di conoscenza, sperimenta spesso i più diversi canali di ricerca. Per scirokko.it cura si occupa di critica d'arte contemporanea e della promozione di nuovi artisti e di eventi culturali messinesi e siciliani.
1 Commento
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    Luigi

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    08/11/2016 at 16:50

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