Quando manca la parola – ”Infinita“ al Vittorio Emanuele

Lo spettatore che assiste alla pièce “Incognita” dei Familie Flöz, in scena al Vittorio Emanuele dal 16 al 18 Ottobre, con la regia di Michael Vogel, si accorge immediatamente che si tratta di uno spettacolo dove ogni convenzione linguistica viene ignorata. Non una parola, infatti, viene proferita per tutti i 90 minuti della rappresentazione, non uno sguardo viene percepito, a causa delle grandi maschere, che ci ricordano un po’ i Muppets, che ricoprono il volto degli attori. A farla da padrone sono la mimica corporea, supportata da musiche poetiche e coinvolgenti, gli splendidi video narranti dai tratti fumettistici, le scene che cambiano continuamente. Ma lo spettatore si dimentica subito dell’assenza della parola e dell’espressività per farsi piacevolmente trascinare nello spettacolo, comprendendo con facilità gli umori e gli stati d’animo dei protagonisti.

Lo spettacolo collega le due fasi della vita più tenere, fragili e delicate: l’infanzia e la vecchiaia. La vita viene ripercorsa a ritroso, per scoprire in modo a volte buffo e divertente, a tratti esilarante, a volte commovente, come l’atteggiamento degli anziani sia simile a quello dei neonati. Vengono descritti i primi anni di vita, la scoperta del mondo, di se stessi e degli altri, ma anche gli anni della vecchiaia e del decadimento, della consapevolezza del tempo passato e della morte imminente. E, davvero, non si sente il bisogno di parole o di didascalie nello spettacolo, si procede per veloci associazioni di immagini, si passa dalla carrozzella alla carrozzina, dall’asilo alla casa di riposo, con qualche intermezzo che rimanda al primo amore o ai primi giochi.

Bravissimi i quattro attori, (ai quali si deve oltretutto riconoscere una resistenza fisica eccezionale) che, senza soluzione di continuità, danno una vita sempre diversa alle maschere che indossano, regalando una incredibile potenza espressiva grazie alla sola gestualità ed una comicità ingenua e commovente, che ci ricorda il tenero Charlie Chaplin de “Il  Monello.”

Numerosi gli applausi del pubblico,divertito e, al tempo, commosso. Da non perdere.

Gi Zeta

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