DANIELE MORGANTI
Nasce nel 1991 ed è siciliano, oltre ad essere un appassionato di immagini. Osservare è la sua attività principale, quindi ha studiato, lavora e vive nel campo della comunicazione visiva. Ama disegnare, stare sui mezzi pubblici nella confusione e la carta economica che si stropiccia facilmente. Inoltre crea biografie sempre diverse, perché tutto quello che vuole scriverci non entra in una sola. Se volete sapere qualcosa di più su quello che disegna, cercatelo su tumblr.
Cosa hai pensato quando hai sentito parlare per la prima volta di Distrart, del tentativo di diffondere la Street Art -intesa come arte urbana fruibile gratuitamente – a Messina? Che relazione hai con questo tipo di arte?
Ho pensato che fosse un esperimento del quale volevo essere parte, ed essere chiamato a partecipare a un progetto del genere era per me un forte riconoscimento, visto che dipingere in strada è stata la prima forma di comunicazione artistica che ho conosciuto e forse quella che motiva ogni disegno che creo.
In base a cosa hai scelto la tematica e com’è nata l’idea che poi hai presentato e realizzato per Distrart?Ho scelto le tematiche in base all’affinità che avevo con esse, e perché pensavo fossero dei contenuti importanti per la mia città. Mi sono documentato sugli argomenti che avevano già un panorama visivo ampio e complesso, ricchissimo di spunti, in questo oceano di segni diversi le immagini sono nate da sole.
Come nasce e prende forma una tua opera?
Di solito ci deve essere un concetto che mi piace, e se quel contenuto mi da anche solo una sensazione sottile che riesco a visualizzare, provo a inseguirlo. Poi scarabocchio di continuo immagini differenti fino a che non arrivo a qualcosa che mi attrae e che riesco a vedere finito. Dopo concretizzò tutto, provando ad arrivare ad un risultato concreto.
Quale pensi che sia oggi il ruolo dell’artista e che spazio ha in una realtà come quella di Messina e della Sicilia in generale?
Non saprei proprio rispondere, è una domanda troppo complessa per ora…vi rispondo alla prossima intervista!
Le strade di Messina per qualche giorno si sono trasformate nel tuo studio. Come hai vissuto l’esperienza di lavorare a contatto diretto con il pubblico? Hai vissuto qualche episodio particolare durante questa esperienza?
Lavorare in strada è un esperienza eccezionale, che consiglio di fare a qualunque artista, perché ti mette in contatto con i fruitori delle immagini che crei, e vuoi o non vuoi ti da un feedback immediato di quello che stai facendo, che può essere un evento molto positivo, e a volte molto negativo. Di episodi ne potrei raccontare davvero tanti, quello che mi è piaciuto di più è stato l’incontro con un giovane ragazzo di origini polacche che conosceva la storia italiana ed è rimasto molto incuriosito dal significato delle mie opere.
E secondo te come ha reagito la città a questo progetto?
Ha reagito, direi che questa è la cosa fondamentale. Non ho la percezione chiara di come abbiano vissuto un esperienza del genere i fruitori, sarebbe un fenomeno troppo grande e vago da descrivere senza una statistica accurata, e non so se è utile saperlo. Ma sono sicuro che non è passato in secondo piano, e considerando che, purtroppo, la mia città non sembra sempre essere sensibile agli eventi, Distrart ha raggiunto già un ottimo risultato.
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