Sei anni. Non dimenticare Giampilieri

Oltre duemila e trecento uomini impiegati, 567 mezzi, 100 ore di volo con 150 “sortite” degli elicotteri. Queste le forze messe in campo per fronteggiare l’emergenza. Ma a distinguersi, per coraggio, furono soprattutto comuni cittadini.

Sono trascorsi sei anni dal tragico dissesto idrogeologico che ha coinvolto Giampilieri, Altolia, Molino, Scaletta Zanclea ed altri piccoli centri della provincia messinese. Sei anni che hanno trascinato via con sé delle vite, divorato case e strade. Questa porzione di tempo, non è servita a cancellare dagli occhi di chi l’ha vissuta personalmente i detriti della paura, né tantomeno a trasferire il ricordo nell’archivio della memoria dei cittadini messinesi. Non ha restituito le persone care. Alcune sono andate via, per altre non è ancora possibile tornare nelle proprie case. Altre sono rimaste. Tutto si evolve secondo la linea del tempo, cambia il paesaggio, ma tante cose restano le stesse. “La montagna grazie ai lavori adesso è protetta, ma non al cento per cento. Certo, quando piove la paura c’è sempre, soprattutto per chi ha ricevuto danni o ha subìto perdite” sostiene Letterio Muscarà, proprietario di un bar nel cuore di Giampilieri “Io ero qua al bar quella sera, entrava il fango qua dentro fino ad un metro. Poi uscivo fuori e vedevo 4-5 metri di terra. Era già successo due anni prima, nel 2007, ma non aveva causato morti. Non sono stati presi i giusti provvedimenti, per questo c’è un processo in corso e duecento persone siamo parte civile”. Sei anni sono serviti ad adoperarsi per recuperare il salvabile, a ricostruire, ripartire da zero. Ricominciare dalla priorità assoluta: la sicurezza. “I lavori sono stati fatti e procedono abbastanza bene. Se poi frana la montagna non c’è muro che tenga, ma il paese è in sicurezza” afferma Antonio De Luca, residente di Giampilieri: “La maggior parte dei lavori sono stati fatti, altri li stanno completando”. Giampilieri sembra aver ricevuto la solidarietà necessaria, anche se l’insoddisfazione per la lunghezza dei tempi della burocrazia è un punto di vista comune a molti abitanti. Soprattutto di coloro che dopo sei anni non hanno ancora la possibilità di ritornare a casa propria: “Da quella sera non sono più rientrata a casa mia. Non ne ho la possibilità perché si trova in zona rossa, non ho ricevuto un’altra casa quindi sono costretta a vivere in affitto a Santa Margherita, ovviamente a spese mie. Poco prima dell’alluvione avevo rifatto alcune stanze nuove, mobili nuovi e ho perso tutto. Non ho ricevuto alcun risarcimento” è la testimonianza di Maria Micali, ex residente di Altolia. Come lei, altre persone vivono oggi fuori casa per l’impossibilità di rientrare. “Alcune zone di Altolia sono state ricostruite, ma dopo l’alluvione il paese ormai è vuoto” aggiunge. Tra lavori in corso e problemi irrisolti, la storia di Giampilieri rimane ancora oggi un capitolo della storia di Messina lasciato in sospeso. La ferita del disastro non è ancora rimarginata e la memoria è ancora una fiamma viva, guai se non lo fosse. Si poteva fare di più? Ma da una più ampia prospettiva è chiaro che ormai si tratta di un problema non più locale, ma nazionale. Siamo attori e spettatori di un coinvolgimento sempre maggiore che lascia trasparire gli effetti di calamità che non siamo in grado di controllare ma soprattutto di prevedere.

Maria Letizia Scionti, e i due figlioletti, Francesco e Lorenzo, il padre di lei, Salvatore. Simone Neri, Monica Balascuta, Carmela Maria Barbera, Santi Bellomo, Carmela Cacciola, Giuseppa Calogero, Concetta Cannistraci, Roberto Carullo, Luigi Costa, Ketty De Francesco, Elena De Luca, Francesco De Luca, Ilaria De Luca, Agnese Falgetano, Letterio Laganà, Maria Li Causi, Teresa Macina, Leo Maugeri, Christian Maugeri, Letterio Maugeri, Francesca Micali, Carmela Olivieri, Katia Panarello, Santina Porcino, Maria Restuccia, Carmelo Ricciardello, Martino Scibilia, Bartolo Sciliberto, Alessandro Sturiale, Onofrio Sturiale, Giuseppe Tonante, Salvatore Zagami. E infine la 37esima vittima, la cui salma non è mai stata riconosciuta.

Federica Zaccone

Nella gallery le immagini dello stato attuale in cui versano i paesi di Giampilieri, Altolia e Molino.

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