#thedress

27 Febbraio 2014, ore 15.46, trillo del mio cellulare. WhatsApp : ”Di che colore è?” Sto lavorando e non potrei, né dovrei, distrarmi ma penso che  rispondendo  mi “tolgo il pensiero”  ma soprattutto distogliere per un attimo l’attenzione da quello che sto facendo potrebbe persino giovarmi.  Decido di rispondere. “Nero e blu”.

Capita che su quella che è l’App più social al mondo ci si scambi stupide informazioni, note vocali, video, vignette, faccine e foto. Poi tra donne il consiglio di turno non si nega mai. Il messaggino è per l’appunto la foto di un vestito dai gusti discutibili, per questo devo evitare la caduta di stile. Non l’avessi mai fatto. Non avessi mai risposto a quel foto messaggio. Sapete tutti di cosa sto parlando. Dell’insignificante fenomeno (?) virale che si è  consumato, ovviamente, su tutti i social network. Non ho potuto fare a meno di indagare sul fatto, giusto per capire. E ho rivolto le mie attenzioni a fonti attendibili che potessero spiegare in maniera scientifica e dunque vera, il fatto. Premetto che oltre ad essere stato il caso che ha fatto impazzire i social, ha persino consumato liti e contrasti, stupori e confusione fra tutti i comuni mortali. “Un’ipotesi possibile di questa reazione potrebbe essere legata al cosiddetto principio della inibizione laterale – leggo fra le pagine dei più attendibili siti di medicina oculistica – si tratta di un fenomeno estremamente complesso e non ancora compreso completamente per cui le cellule retiniche, che sono moltissime, possono avere una sorta di “variabilità percettiva” nel momento in cui si trovano a decodificare linee di colore che si sviluppano in senso orizzontale e/o verticale. In questi casi alcune cellule che hanno come obiettivo la visione orizzontale tendono a non percepire perfettamente le linee cromatiche, specie se si sovrappongono a linee verticali, anche senza essere intersecate da esse. Per questo a volte, specie sulle aree che caratterizzano i “confini” tra le due tonalità cromatiche, si possono avere sovrapposizioni o sfumature che portano ad avere una percezione diversa da persona a persona di uno stesso colore di base, pur se le persone stesse sono perfettamente sane”. E’ chiaro il concetto? Sono fenomeni di apparente differenza e variano da individuo a individuo. E in gioco entrano anche la luminosità dello schermo da cui si fissa l’immagine, inoltre, test di valutazione effettuati con risonanza magnetica funzionale dimostrano che quando si fa l’atto di toccare un oggetto si attivano aree del cervello che interessano la visione. Per esempio, se si fissano alcuni frutti in un video, nel momento in cui si percepisce la stimolazione visiva si attivano anche aree legate al tatto. Anche la percezione del dolore risente dell’impatto visivo. Pensateci, quando il medico si appresta a praticarci un’iniezione, abbiamo la sensazione che il dolore sia più intenso se seguiamo il procedimento con la vista, per cui anche un piccolo “inganno” sulla linea della visione può creare un impatto del tutto diverso sul soggetto. State sereni dunque.

E per la cronaca. Il vestito è blu e nero. Ed è anche fuori moda.

direttore@scirokko.it

Ileana Panama

Ileana Panama

Filosofa dallo spirito libero e passionario. Mille difetti e un solo pregio: la caparbietà. Pare che per essere il direttore basti. Non ama le mezze misure, le mezze parole e le mezze stagioni. Onestà intellettuale ed educazione, queste le cose che apprezza negli altri. Profondamente attaccata alle sue radici, è tornata, dopo un lungo vagabondar per restare ma soprattutto per Fare. Imperdibili le sue interviste.
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