La Tripofobia – letteralmente “paura dei buchi” – si presenta a chi, osservando fori o precisi schemi geometrici che si ripetono, prova una strana sensazione di paura.
Questo particolare tipo di fobia, benché molto diffusa, è in realtà poco conosciuta. Se ne iniziò a parlare nel 2005, quando Arnold Wilkins e Geoffe Cole si interessarono al problema, coniandone il termine. Nei soggetti affetti da Tripofobia, la vista di immagini con queste caratteristiche può scatenare forti attacchi di panico, nausea (fino al vomito), prurito e una generalizzata sensazione di fastidio a livello epidermico.
La spiegazione potrebbe essere di natura antropologica. Secondo Geoffe Cole, infatti, siamo tutti tendenzialmente tripofobici, perché l’essere umano tende ad avere paura di tutto ciò che ha danneggiato la specie, facendo scattare uno stato di allarme ogni volta che un’immagine, con pattern geometrici particolari, si presenta alla sua vista. Queste immagini richiamerebbero alla memoria avvenimenti non vissuti in prima persona, ma risalenti ai primordi dell’umanità: l’improvvisa comparsa, da parte di animali pericolosi o velenosi che, uscendo dalle loro tane (buchi), aggredivano gli esseri umani.
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