Messina è una città molto particolare; lo si sente dire spesso e forse lo si sente anche. Lo è per posizione geografica, bellissima. Lo è, però, anche per la sua gente. Quest’ultima si divide, spesso, in tre categorie: i “lastimusi” (coloro che stanno parecchio bene, ma si lamentano continuamente verso la Città); i narcisi… che agiscono solo apparentemente per il progresso del luogo che abitano, ma che in realtà sono tutti concentrati su sé stessi; infine (ma sono coloro ai quali, personalmente, do maggiore valore) ci sono quelli che lavorano con sensibilità ed intelligenza verso il territorio in cui vivono, dandosi (giustamente!) voce o facendo comunque qualche cosa affinchè timidamente diventino visibili. In quest’ultima categoria credo si collochi bene la figura di Martina Karamazov.
Giovane artista di Caronia (Me), trasferitasi da tempo nella Città dello Stretto.
Attrice, assistente di scena, educatrice… per l’associazione “Il giardino di Luce”, che abbraccia la pedagogia Steiner-Waldorf, un approccio che – in breve – accompagna il bambino a gestirsi, attraverso l’esperienza diretta, nel mondo e specialmente nel campo della creatività e dell’arte.
Attratta dapprima dal teatro, non ha una formazione accademica; ha studiato “sul campo”, adottata dalla compagnia messinese “Il castello di Sancho Panza” (nata nel 2003 da un’idea di Roberto Bonaventura) recitando in spettacoli per ragazzi, per cui ha spesso curato le scenografie e le illustrazioni delle locandine.
All’illustrazione arriva piano, piano… quando comincia a disegnare, per passione e per gioco, le storie per ragazzi e per l’infanzia messe in scena dalla Compagnia di cui fa tutt’ora parte. Sono illustrazioni molto poetiche, ma sempre originali, con un tratto decisamente personale… aprono il cuore e la mente al mondo del sogno, della fantasia, del mito (specie della Sua terra messinese e di Sicilia), ma anche all’introspezione.
Nell’illustrazione si dedica al disegno a matita, all’acquerello ed alla tecnica del gesso su lavagna. Disegna quotidianamente lavagne che sempre cancella, portandola sempre più ad amare, nell’arte, l’elemento effimero dell’estemporaneità. Se è vero che l’acquerello resta il suo grande amore, è altrettanto vero che la dimensione della strada la affascina profondamente… conducendola a sognare un recupero, in chiave artistica-contemporanea, della tradizione dei “madonnari”. In questo senso sono nati sia il suo “gioco” estivo dei Trashfish (creature marine realizzate con la plastica raccolta in spiaggia, smantellate subito dopo una foto) e due pannelli disegnati a gesso durante l’inaugurazione della mostra di arte contemporanea Baus’Art, al castello di Bauso di Villafranca Tirrena (Me)…
Recentemente si è dedicata al mito di “Colapesce”, uno degli eroi messinesi che la leggenda vuole “sostenga” ancora, con le sue mani, la Città, dopo essere stata afflitta dai vari terremoti susseguitisi nella storia. Ha “indagato” questo mito realizzando una ventina di acquerelli per le riprese del cortometraggio omonimo che rientra nel progetto scientifico “Le scalinate dell’arte” e per il quale cortometraggio è prevista una proiezione in un teatro ad immersione.
Ha seguito le avventure di collettivi teatrali ed artistici, tra i quali Machine Works, Quasivive, Teatro Pinelli ed il collettivo video “Space Donkeys”, per cui ha disegnato il logo e diversi storyboard (oltre che la serie Colapesce) .
Tra i suoi lavori raramente documentabili si ricordano la locandina dello spettacolo “Due passi sono” della compagnia teatrale messinese (ormai nota a livello nazionale) Carullo-Minasi, la cover dell’album “Lu stampatu” della band messinese (ben nota in tutta la Sicilia) Big Mimma e l’ultima locandina del festival siciliano (con sede ad Itala – Me) “Corto di Sera” (per la quale oltre ad usare la matita a carboncino, ha cominciato a sperimentare la tavoletta grafica…).
Quando lavora, ama pensare in serie; per Lei una cosa non è mai chiusa in sé stessa.
In ultimo, si sta dedicando a diversi progetti, anche illustrativi… tra cui “Ritratti di donna” in cui abbina ad un volto femminile una pianta. Il progetto si rifà alla sua ultima curiosità verso il mondo botanico, riflettendo che nel mondo si incontra la gente più varia, anche donne “spinose” o dall’indole “floreale”… arrivando a pensare che anche la botanica è molto vicina all’uomo più di quanto si pensi…

Per contattare l’Artista, connettersi tramite Facebook o attraverso la sua pagina Instagram.
Di seguito, alcuni suoi lavori… per cui si ringrazia l’Artista.

Laura Faranda

Laura Faranda

Nata a Messina nel 1984. Critica e curatrice di Arte Contemporanea. Anche Dottore di Ricerca in Geografia Umana e Culturale, per questo particolarmente sensibile all'interazione arte/territorio. Ama l’arte ed ogni suo riflesso: dalla tradizione artistica medievale alle espressioni di avanguardia, purché non si cada nel cattivo gusto. Desiderosa di conoscenza, sperimenta spesso i più diversi canali di ricerca. Per scirokko.it cura si occupa di critica d'arte contemporanea e della promozione di nuovi artisti e di eventi culturali messinesi e siciliani.
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