SabirFest 2016: conclusa la III Edizione | scirokko.it

Anche quest’anno a Messina la tappa del SabirFest è giunta al termine. Quattro giorni intensi, quelli da giovedì 6 a domenica 9, di letture, incontri con autori ed editori, laboratori, mostre e dibattiti hanno animato alcuni dei più importanti luoghi storici della città come la Galleria Vittorio Emanuele e il Monte di Pietà. Il ricco programma culturale ha riscontrato l’interesse di un ampio pubblico messinese, delle più varie fascia d’età, coinvolgendo soprattutto i giovani e alcuni Licei (come l’“E. Ainis”, il “G. La Farina”, il “G. Seguenza” e l’“E. Basile”).

Particolarmente attrattivo si è rivelato il SabirLibri, la mostra-mercato che con lunghe file di ben 10.000 libri esposti e più di 60 case editrici indipendenti partecipanti alle edizioni passate, ha vivacizzato un ampio spettro della Galleria, deturpata dagli innumerevoli – e antiestetici – graffiti sulle pareti, limitandoci a non citare il resto. Il vero successo del SabirFest sta nell’atmosfera surreale che è riuscito a riprodurre, confutando con classe la diffusa teoria di una città culturalmente dormiente.

“Vuoti di memoria” è stato il tema principale all’insegna del quale si è svolta questa terza edizione del Sabir, dedicata al nostro rapporto con il tempo, al valore del ricordo, delle dimenticanze e delle rimozioni che hanno riguardato e riguardano tutt’oggi l’area mediterranea. Sempre a proposito di memoria, altrettanto importante da ricordare è il SabirMaydan, altro settore della manifestazione consistente nel forum di attivisti e di rappresentanti della società civile impegnati nella realizzazione di una vera e propria cittadinanza mediterranea: nel corso di questa sezione del Sabir sono state affrontate questioni estremamente attuali, che vanno dal ruolo dei media alternativi nel Mediterraneo al caso Regeni, dall’integrazione dei migranti agli avvenimenti in Turchia. Eventi come il SabirFest sono fondamentali non solo in quanto movimento letterario in sé, ma soprattutto per la capacità di creazione e di consolidamento della consapevolezza di ciò che oggi rappresenta il Mediterraneo in tutti i diversi aspetti, in primis per noi in quanto cittadini, e poi per il resto dell’Europa. L’esigenza reclamata resta una soltanto: quella di un’indissolubile identità.

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