La Noia abita a Messina | scirokko.it

Ci sono tante cose che non funzionano in città. La sporcizia per le strade, i mezzi pubblici che non funzionano a dovere, il parcheggio selvaggio e potrei continuare così all’infinito. Poi c’è da dire che il messinese medio non si lascia sfuggire una e dico una sola occasione, per criticare e fare polemica. Su tutto. E’ su queste polemiche basa la sua esistenza e passa le sue giornate a sproloquiare. Io spesso cammino per strada e le brutture so riconoscerle, del resto si vedono ad occhio nudo ma so anche trovare bellezza. E badate non parlo di quella banale bellezza del sole e del mare, anche perché di sole in questi giorni ne abbiamo visto ben poco, anzi al contrario, sono bastati un paio di temporali e quasi ci scappava, di nuovo, il morto. Parlo di quella bellezza che sono le persone. Quelle che ti vedono in difficoltà e ti danno una mano, quelle negli uffici pubblici che pur non conoscendoti fanno il loro lavoro e ti risolvono una seccatura, quelle che seminano bellezza senza avere nulla in cambio. Perché vedete, c’è una cosa su cui non cambierò mai idea. E’ il fatto che le città le fanno le persone. Quindi trovo davvero squallido chi insulta Messina, soprattutto perchè probabilmente non si rende conto che sta solo insultando se stesso. Lo fa quando parcheggia in 3 fila, quando abbandona la monnezza agli angoli delle strade, quando mercifica qualsiasi cosa, quando per noia o per inettitudine ti tratta male dallo sportello di un ufficio, quando esprime la peggiore parte di se stesso. Questo continuo ed estenuante lamentarsi di questo e di quello non fa bene a nessuno, non rende la città più vivibile ma solo noiosa. E io odio la noia.

« Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura. » Edvard Munch

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