Lo Schiaccianoci: un sogno che non finisce

Ieri sera si è svolta l’ultima replica de “Lo Schiaccianoci”, classico natalizio del balletto internazionale su musiche di Cajkovskij, portato in scena al Teatro Vittorio Emanuele dal Balletto di Sofia e accompagnato dall’orchestra diretta dal Maestro Grigor Palikarov. Ambientata durante la notte di Natale, la storia è tratta da una versione corretta da Dumas dell’originale racconto di Hoffmann (considerato troppo cruento per un balletto) e vede la piccola Clara ad una festa di famiglia in cui uno degli invitati, travestito da mago, intrattiene i bambini con trucchi e regali tra i quali uno schiaccianoci in legno dalle fattezze di soldatino che viene appunto donato alla giovane. Vinta dalla stanchezza dopo la festa e impaziente di giocare col nuovo giocattolo Clara si addormenta piombando in un mondo immaginario in cui il re dei topi cerca di sottrargli lo schiaccianoci che però si anima e alla testa degli altri soldatini scaccia il roditore e la sua corte trasformandosi alla fine del primo atto in un principe. Trasportata nel suo magico castello Clara è accolta da figure fiabesche che danno vita ai momenti più magici dell’opera, dalle celeberrime danze cinesi, arabe e russe al valzer dei fiocchi di neve all’atteso valzer dei fiori prima del risveglio finale dal sonno, metafora della fine della fanciullezza e dell’innocenza. Il Balletto di Sofia ha portato sul palco un interpretazione classica dell’opera rispettando i canoni della tradizione soprattutto nella costumistica; la scenografia a tratti è apparsa “scolastica”, segno che non si è voluto osare rimanendo dentro i sicuri binari della tradizione. Il corpo di ballo, nonostante alcune incertezze (soprattutto durante la danza degli Zufoli e il valzer dei fiocchi di neve) si è dimostrato gradevole e preciso: si tratta dunque di una flebile stonatura inquadrata in una cornice di grande valenza artistica che il pubblico ha deciso di premiare con uno scroscio di applausi. Particolarmente degna d’elogio l’elegante performance di Marta Petkova (nelle vesti di Clara), prima ballerina dell’Opera. La leggerezza dei suoi passi inganna l’occhio di chi la ammira volteggiare, dando l’impressione di non calpestare il palcoscenico, ma di accarezzarlo. Toccante invece, il “Pas de deux” con il ballerino Tsetso Ivanov (lo Schiaccianoci), che ha dimostrato livelli di competenza professionale non indifferenti. Una menzione a parte va all’orchestra del Vittorio Emanuele diretta sapientemente dal maestro Palikarov che ci ha offerto uno spettacolo unico presentandoci le immortali musiche di Cajkovskij dal vivo, cosa fuori dal comune nell’era del digitale. Si è trattato di un ottimo spettacolo, incantevole ed emozionante per un classico senza tempo che ha richiamato tra il pubblico molti ragazzi, appassionati e non, segno che si ha ancora voglia di sognare come la protagonista dell’opera: mi auguro che il sogno duri più a lungo possibile.

Marcantonio Marchese

Federica Zaccone

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