MANUELA CARUSO (MaCa)
Manuela Caruso in arte MaCa, è un’artista messinese, nata nel 1985. Ha frequentato la scuola d’arte Ernesto Basile di Messina – Progetto Michelangelo e in seguito le Accademia di Belle Arti di Palermo e di Reggio Calabria, laureandosi in pittura nel 2008. Ha partecipato a mostre, workshop e concorsi d’arte. Il suo approccio è sicuramente figuarativo , ma gioca con l’assurdo per arrivare al nocciolo della questione che affronta. Il suo linguaggio è quello grafico e pittorico ma ama esprimersi anche attraverso installazioni e linguaggi più nuovi.
Cosa hai pensato quando hai sentito parlare per la prima volta di Distrart, del tentativo di diffondere la Street Art – intesa come arte urbana fruibile gratuitamente – a Messina? Che relazione hai con questo tipo di arte?
Ero entusiasta! Ho sempre pensato, girando per le strade dipinte di altre città che la street art fosse la forma prediletta del futuro. Non poteva che essere così. Un’arte aperta a tutti e per tutti è il simbolo di una democrazia dell’arte. Staccarsi dai circuiti classici del museo o della galleria è sicuramente una svolta importante : un tempo si lottava affinchè questa forma entrasse a pieno titolo all’interno di istituzioni più classiche, forse proprio per svecchiarle, ora il processo si è invertito, in ogni caso è sempre stata e continua ad essere una ventata di freschezza.
Per non parlare del fatto che le città come Messina hanno bisogno di colore che spodesti il grigio della mediocrità che incombe sulle teste e di conseguenza sulle strade e sui palazzi, etc. Ma non solo: in mancanza di spazi dedicati all’arte, ci si prende la strada.
In base a cosa hai scelto la tematica e com’è nata l’idea che poi hai presentato e realizzato per Distrart?
Nella lista che avevamo a disposizione dei “beni immateriali di Messina” è subito saltata all’occhio la scritta “la leggenda
di Mata e Grifone”, è stato amore a prima vista. E’ stata immediata l’associazione tra l’amore (illecito) di un uomo e una donna con colori, culture e religioni diverse e un fatto di estrema attualità, la migrazione di uomini venuti da terre lontane nella nostra città e non solo. Mata e Grifone, allora come ora, sono i fondatori di una nuova civiltà, fatta di amore e accoglienza, fatta di diversità culturali e quindi di ricchezza. E’ un invito, il mio, ad essere tutti un po’ Mata e di accogliere con un cuore aperto e grande chi viene da altre terre. In più erano due volti e io amo dipingere volti.
Come nasce e prende forma una tua opera?
Una risposta esauriente a questa domanda sarebbe troppo complessa. Generalmente una mia opera nasce dopo lunghi periodi di gestazione mentale e non si esaurisce mai con un opera e basta: occorrono diversi lavori per dar forma a un solo pensiero. Questi pensieri nascono dalla necessità di dire a chi “mi osserva” qual è la mia visione delle cose e del mondo (nella speranza, forse, che qualcuno sposi la mia causa). Basta osservare il mondo per avere visioni che vanno oltre il mondo stesso.
Quale pensi che sia oggi il ruolo dell’artista e che spazio ha in una realtà come quella di Messina e della Sicilia in generale?
Il ruolo dell’artista è di esprimere opinioni come tutti gli altri . L’opinione di un’artista è come l’opinione di qualsiasi altro individuo, non ci vedo verità nascoste, forse solo un linguaggio diverso per esprimerle. Nel mio caso è una necessità d’espressione, e la pittura è il mezzo che so usare meglio (sicuramente meglio delle parole). Potrei peccare di presunzione, ma forse l’artista è un essere più sensibile, che riesce a cogliere alcune sfaccettature di questo mondo: le più profonde, effimere, sensibili. La Sicilia è piena d’arte e ricca di spunti creativi: è una terra bellissima culturalmente e geograficamente e le menti feconde non mancano. Se però, ognuna di queste menti , avesse all’interno della propria città uno spazio adeguato sarebbe strepitosa! è il resto che manca! mancano i “megafoni”, gli spazi di aggregazione culturale, gli scambi tra una città e l’altra… L’arte in strada, per la strada e della strada però non manca!
Le strade di Messina per qualche giorno si sono trasformate nel tuo studio. Come hai vissuto l’esperienza di lavorare a contatto diretto con il pubblico? Hai da raccontare qualche episodio particolare durante questa esperienza?
E’ stato molto bello. Mi è capitato di ascoltare le opinioni delle persone che passavano e spesso sostavano, opinioni molto diverse da persone molto diverse: una cosa che nel contesto chiuso di uno studio, per esempio, solitamente non accade. La gente è stata sicuramente fonte d’ispirazione.
E secondo te come ha reagito la città a questo progetto?
Secondo me la gente ha reagito bene! Ho sentito tante belle parole ed entusiasmo in giro. Certo, ci saranno sempre le persone che non capiranno questo tipo di cose, ci saranno sempre le critiche bigotte che non vedono quello che i colori possono fare a una città monocromatica e spenta ma con grandissime potenzialità.
Raimondo e Ilenia Gullo (DECORARTE)
Raimondo e Ilenia, coppia nella vita familiare e nel mondo artistico. Sebbene la mano artistica sia quella di Ilenia, lei e Raimondo amano definirsi una cosa sola perchè senza il sostegno e la collaborazione col marito, la sua sarebbe un’arte a metà. incompleta. Insieme,rendono visibili le emozioni, segni e sogni vengono impressi con tecniche diverse su vari supporti. Prediligono materiali poveri, riciclando supporti a cui dare una nuova storia.
Cosa avete pensato quando avete sentito parlare per la prima volta di Distrart, del tentativo di diffondere la Street Art – intesa come arte urbana fruibile gratuitamente – a Messina? Che relazione avete con questo tipo di arte?
Raimondo: Abbiamo pensato che nella nostra città qualcosa stava davvero cambiando, e che l’arte grazie a questa iniziativa avrebbe toccato tutti. Questo tipo di arte ci lega molto al territorio, ci fa sentire più vicini alla città.
In base a cosa avete scelto la tematica e com’è nata l’idea che poi avete presentato e realizzato per Distrart?
Ilenia: Il lavoro sul Cavaliere Cammarata è nato quasi spontaneamente, è un ricordo vivo della mia infanzia, infervorava la mia fantasia, la sua casa per me era magica, e lo è ancora oggi, quest’anno poi, pochi mesi prima di questa iniziativa, abbiamo partecipato ai due giorni dedicati agli artisti Outsider e a Cammarata e ai suoi elefanti adesso in mostra al Palacultura, e, non abbiamo avuto dubbi quando abbiamo letto i vari temi, avremmo fatto un lavoro su Cammarata.
Raimondo: Con il nostro lavoro,volevamo mettere in evidenza agli occhi dei cittadini, persone che si erano distinte nella nostra Messina e per questo abbiamo scelto di elaborare il tema sullo scrittore Vincenzo Consolo. L’opera nasce dallo studio delle sue opere.
Generalmente, come nasce e prende forma una vostra opera?
Ilenia: I nostri lavori nascono da un’ emozione, qualcosa che fa vibrare la nostra anima, prendono poi forma attraverso lo studio, fatto di schizzi, ripensamenti, prove di colore, per poi infine passare alle realizzazione definitiva, e a volte l’opera si trasforma anche dopo quest’ultimo passaggio.
Quale pensate che sia oggi il ruolo dell’artista e che spazio ha in una realtà come quella di Messina e della Sicilia in generale?
Raimondo: Il ruolo dell’artista è trasmettere un messaggio al fruitore dell’opera attraverso l’ emozione. Spero che gli artisti abbiano sempre più spazio a Messina e in Sicilia, per poter esprimere quello che sentono e avvicinare sempre più cittadini all’arte.
Le strade di Messina per qualche giorno si sono trasformate nel vostro studio. Come avete vissuto l’esperienza di lavorare a contatto diretto con il pubblico? Avete da raccontare qualche episodio particolare durante questa esperienza?
Ilenia: Bellissima esperienza lavorare per strada sotto il cielo della nostra città, davanti a tanti occhi davvero interessati e curiosi, solitamente amo lavorare in solitudine, ( parlo per me, perchè invece Raimondo lavora molto bene anche in compagnia) invece il contatto con il pubblico mi e ci ha toccato davvero molto, con tanti è nato uno scambio che ci ha arricchiti a livello personale, e diverse persone che abbiamo conosciuto nel primo lavoro sono poi tornate a seguirci anche nella seconda pensilina.
E secondo te come ha reagito la città a questo progetto?
Raimondo: La città ha reagito positivamente a questo progetto, non fermiamoci.
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