Le origini del foulard si perdono nella notte dei tempi. Si tratta di uno degli accessori più antichi. La sua prima apparizione in Oriente, in sculture cinesi della dinastia Chu mille anni prima di Cristo. A Occidente è la Colonna Traiana del II secolo d.C. a raccontarci di come i soldati romani si proteggessero la gola dalle intemperie mediante il “focale” una striscia di tessuto fermata da passanti; indumento che però, soldati a parte, era considerato femminile. I romani portavano anche il sudarium infilato alla cintura per detergersi il viso e il collo e l’orarium legato al polso sinistro per manifestare tripudio al Circo Massimo, per applaudire i campioni o per sottolineare i passaggi migliori dell’arte oratoria. I più bei foulards che oggi diremmo di lusso, venivano importati dalla Spagna, secondo quanto ci tramanda Catullo.
Nel Rinascimento furono i fazzoletti da testa a spopolare: dalle popolane dell’Europa meridionale a quelle della Russia, della Cina, dell’India, tutte le donne li indossavano nei campi prima di tutto per raccogliere la capigliatura, per vezzo (il foulard trionfa nei costumi tradizionali) e certamente anche per ripararsi. Ben presto se ne produssero di raffinatissimi decorati con filo d’oro ad esaltarne la bellezza. Con lo stesso scopo il fazzoletto da testa si mise anche al collo, si chiamò “fisci” e servì alle signore per velare una scollatura troppo sfacciata. Furono i mercenari croati nel 1660, con i loro servigi a Luigi XIV a portare in Francia il loro segno di distinzione intorno al collo, una striscia di stoffa più o meno preziosa a seconda del grado nell’esercito. E così da semplice indumento per proteggere dalle intemperie, passerà ad indicatore di uno status sociale ed elemento indispensabile per le donne nelle funzioni religiose.
Nonostante il passare degli anni il foulard resta sempre di gran moda, sinonimo di stile ed eleganza. Sarà il XX secolo a renderlo sempre più protagonista, accessorio pratico e di classe, e lo si indossava non solo per nascondere una scollatura non adatta alle funzioni religiose o per coprire i capelli ma anche per rendere un look più sobrio e raffinato. La vera patria del foulard (dal provenzale ÒfoulatÓ, riquadro di stoffa) nasce nel 1937 a Lione, grazie al genio di due produttori di sellerie e di accessori per l’equitazione, Emile Hermès e Robert Dumas.
La parola “foulard” in francese significa, “fazzoletto di seta”. Ma quando questo piccolo pezzo di stoffa incontra l’arte di alcuni stilisti, smette di essere un semplice fazzoletto e diventa un must have, un accessorio versatile in grado di esaltare la femminilità di ogni donna. Alla fine degli anni Sessanta un cambiamento investe il modo di portarlo: le donne non lo indossano più solo come copricapo, ma cominciano a portarlo annodato al collo, legato attorno a un cappello o come ornamento della borsetta o cintura.
Il “quadrato di seta” non è solo un cult irrinunciabile, adatto a chiunque indipendentemente dall’età e dalla taglia ma diventa oggetto da collezione, ne esistono modelli molto contesi come quelli indossati dalla donna che ne consacrò il successo: Grace Kelly o da Audrey Hepburn, quelli dipinti da Henri Matisse e Salvador Dalì. Per restare in Italia, indimenticabile quello annodato fra i capelli di Silvana Mangano nel celebre film “Riso Amaro“. Il foulard resta uno degli accessori che non manca mai nel guardaroba di nessuna donna.
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