La Sicilia, antico crocevia di diverse culture, è da sempre location di numerosissimi miti e leggende; il mito del ratto di Proserpina –La dea Persefone secondo i greci- in particolare, vede la sua ambientazione sulle rive del lago Pergusa, nei pressi di Enna.
È qui che, secondo la leggenda, la giovane e bellissima Proserpina, figlia di Cerere – dea dei raccolti e della fertilità -, intenta a cogliere fiori sulle rive del lago si imbattè in Plutone che rimasto rapito dall’avvenenza della fanciulla decise di rapirla portandola con sé nell’Ade per farne la sua sposa. Venuta a sapere del ratto della figlia Cerere addolorata si rivolse allora a Giove, re degli dei, che tuttavia non potendo andare contro il fratello – Plutone – negò alla dea il proprio appoggio. Adirata allora Cerere decise di provocare una grande carestia sulla terra, i raccolti morivano, e con loro uomini e bestie. Non potendo più ignorare la cosa Giove impose al fratello di restituire la fanciulla alla madre, Plutone tuttavia, pur non potendo disobbedire agli ordini del fratello escogitò un piano che potesse trattenere la fanciulla; le fece mangiare dei chicchi di melograno, che secondo la legge divina avrebbero legato indissolubilmente la ragazza agli inferi. Cerere conscia di ciò chiese a Giove una mediazione: per sei mesi la fanciulla sarebbe rimasta negli inferi e per altri sei mesi sarebbe tornata dalla madre. Il re degli dei accettò l’accordo, e da allora nei sei mesi in cui madre e figlia si ricongiungono, le terre sono fertili e i campi fioriti, mentre nei sei mesi in cui le due si separano le foglie cadono e i fiori muoiono. Il mito spiega così l’alternanza delle stagioni.
0 Commenti