In economia “domanda e offerta” è un modello matematico di determinazione del prezzo nell’ambito del sistema matematico denominato tecnicamente mercato. Ci sono diversi fattori che influenzano la domanda, il prezzo del bene acquistato, il prezzo dei beni complementari e succedanei, il reddito del consumatore, le aspettative soggettive dei consumatori, il costo del denaro, l’elasticità o la rigidità della domanda ed in ultimo il reale bisogno del consumatore.
I miei – è evidente – sono solo rudimenti di economia che però mi hanno fatto riflettere su quanto i reali bisogni della gente siano trascurati. E lo dimostra il fatto che nella domanda non c’è realmente il reale bisogno del consumatore. Per non parlare poi del fatto che non siamo più pensati come persone ma come consumatori. In fin dei conti, ognuno di noi dalla propria vita vorrebbe cose molto semplici, oserei dire, banali, mentre ci hanno inculcato e ci bombardano continuamente con messaggi promozionali, spot, consigli per gli acquisti, réclame che ci inducono e ci sfruttano come consumatori. Una bella macchina, una casa in un quartiere centrale, vacanze, denaro, in una sola parola: status. Tutte cose che si, migliorano la nostra esistenza ma che non ne regolano la nostra serenità. Dobbiamo consumare. Ma la parola consumo nel nostro “slang messinese”, viene utilizzata per definire qualcosa che non va. Ci rivolgiamo a qualcuno dicendogli “si cunsumatu” come a dire che non c’è più niente da fare, che è rovinato, logorato, sciupato fino a risultare inutile. Ecco, siamo inutili, come una campagna che doveva sensibilizzare anzi, come ho letto sul sito, proteggere la propria fertilità ma che invece ha l’aria di uno strumento di un diabolico e quanto mai becero piano aziendale. Se davvero questo paese ha bisogno di nuovi “italianini” non ci propinino solo diagnosi da mettere in provetta ma valide alternative che non scoraggino chi un figlio lo vuole mettere al mondo in un paese migliore. Ecco cosa ci darebbe davvero serenità.
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