Alicudi, “l’isola analogica”

Per la sua stessa collocazione geografica Alicudi è da sempre stata soggetta ad una sorta di esilio forzato che ha visto il numero dei suoi abitanti ridursi di anno in anno: l’isola infatti è la più lontana dalla costa, più vicina a Palermo che a Messina. È la meta preferita per chi vuole ritrovare il contatto con la natura e nel corso del tempo si è creata una piccola comunità di origine tedesca in fuga dalla civiltà consumistica, in uno scenario onirico e surreale dove i mezzi di trasporto moderni sono inesistenti e persino la corrente elettrica è arrivata relativamente da poco e non ovunque. La sua lontananza ha sempre causato disagi nell’approvvigionamento di beni e nella sua storia si annoverano diverse carestie, le prime cause dell’abbandono dell’isola dall’inizio del secolo, come quella dei primissimi del ‘900. Proprio in quegli anni gli isolani (o i nipoti) raccontano siano successi “fatti strani” ad Alicudi: disturbanti figure intraviste tra gli arbusti, piogge di pietre, donne che si libravano in cielo di notte, strani personaggi che banchettavano sulla spiaggia; il Dott. Elio Zagami, psicoterapeuta a Roma ma legato all’isola, ha tentato di dare una spiegazione a questi strani fenomeni collegandoli al consumo di segale infetta per la panificazione, che avrebbe causato per anni delle allucinazioni collettive nella popolazione e fatto sviluppare quella che lui chiama “mentalità analogica”, un modo per giustificare attraverso il racconto e la leggenda le visioni provocate dall’ergotismo (l’Ergot è un fungo della segale dal quale si sintetizza l’LSD). I racconti da lui registrati sono confluiti nella serie di dvd “Iddu e le sorelle”, sette documentari che raccontano il patrimonio umano delle isole piuttosto che quello naturale.

Di seguito le due parti, di brevissima durata ma di sicuro interesse, del documentario su Alicudi.

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