Bisso, l’oro del mare

L’arte del Bisso si dice affondi le proprie radici in ambiente ebraico ­caldeo ­e che sia stata portata nel Mediterraneo occidentale dalla principessa Berenice. Secondo la tradizione è legato alla ritualità delle “donne acqua” che vivevano sulle rive del Mediterraneo, le quali possedevano molteplici conoscenze non strettamente legate al “tessile”, riguardanti tra le altre la medicina, l’erboristeria e le lingue antiche. Il Bisso è una fibra preziosa prodotta dalla più grande conchiglia bivalve del Mediterraneo, la Pinna Nobilis, mollusco oggi in via di estinzione, che necessita di programmi di tutela per la salvaguardia del suo delicato ecosistema.

Chiara Vigo è l’ultimo Maestro di Bisso. Per recuperare i preziosi filamenti della conchiglia ancora oggi si immerge nelle acque davanti alle coste di Sant’Antioco, in Sardegna: non danneggia né uccide la Pinna, che può continuare a vivere e a produrre nuovi filamenti. Dopo la raccolta il bisso grezzo deve essere pulito e pettinato più volte e messo in ammollo in succo di limone. A questo punto la fibra di Bisso assume un aspetto molto simile all’oro e alla seta, per questo è definito “filo d’oro” o “seta del mare“.  La lavorazione tradizionale prevede la filatura a mano. Chiara conosce centinaia di intrecci di tessuti, di tecniche di torsione dei filati, di Bisso, lino, lana, e altrettanti disegni a ricamo di origine ebraica, caldea e di molte altre parti del mondo. Chiara Vigo è depositaria di un inestimabile patrimonio culturale, storico e antropologico. Recentemente la regista Rossana Cingolani ha prodotto e presentato all’Unesco il documentario “Chiara Vigo l’ultimo Maestro di bisso marino” per la candidatura di Chiara come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Qui la storia del Maestro di Bisso  http://www.chiaravigo.com

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