Bruno Samperi. Apprendista artigiano

Finalmente, dopo anni ed anni che se ne è sentito parlare, la città di Messina può ammirare la mostra antologica di un artista suo grande interprete: Bruno Samperi. Samperi - Foto mostra
Grazie al progetto Le Scalinate dell’arte, guidato dall’Associazione Team Project, una esposizione antologica ragionata, acuta, non semplice per la complessità, delle opere di Bruno Samperi (messinese, 1933) è oggi donata ai Messinesi.
Duecentoventi opere, due sedi (Monte di Pietà e Palacultura Antonello), un’impresa coraggiosa che, con lo stupore ma anche con la determinazione del curatore, della mostra e del catalogo, Mosè Previti e di tutto il team organizzativo, ha preso forma facendo vivere le luci e le ombre di un animo profondo, sfaccettato, dolente per la propria inquietudine, ma anche capace di sorprendente luce quale è quello di Samperi.
Ecco, la mostra, il cui allestimento è stato curato da Giuseppe Motta, è una passeggiata progressivamente penetrante nell’anima e nella psiche del singolare Artista.
Certo, Bruno Samperi non è l’unico “nome noto e di brillante genio” nel campo dell’arte a Messina, come dichiarato dal responsabile organizzativo de Le Scalinate dell’arte Giovanni Lucentini, ma sicuramente per età anagrafica e soprattutto nella veste di “uomo” oltre che di “artista” Samperi si addice bene ad aprire il gruppo.
Al Monte di Pietà si comincia ad esplorare il mondo degli “Autoritratti”. Alcuni appena accennati, ma che sembrano schizzare potentemente fuori dall’opera e dialogare con lo spettatore, alle volte quasi interrogandolo ed interrogandosi. Atri quasi fantasmi. In tutti caratteristica principale, gli occhi. Scuri o bianchi,ma sempre profondi, penetranti.Gli stessi occhi che sembrano guardare l’osservatore attraverso gli alberi dei boschi tanto amati dall’Artista poiché richiamanti la sua infanzia, ritratti all’alba, durante il giorno, nelle ore pomeridiane, al crepuscolo. Si respira l’animo più disteso di Samperi, quello luminoso.
Samperi bosco limoni
Si arriva poi a conoscere un mondo diverso, a tratti “arzigogolato”… di luminose quanto movimentate composizioni di fiori, in vaso e libere, nature morte (anche se per Samperi non esiste natura “morta”. Per Lui la natura è sempre viva), pani, non sempre integri e poi ortaggi, conchiglie. Una sezione di raffigurazioni di libri, le cui pagine sembrano tangibili, ogni tanto volando colte improvvisamente dal vento (quest’ultimo identitario quanto l’Artista per Messina).
Camminando per la esposizione, si aprono poi le vie della Città, squarci delle zone più intime ed identitarie (le case Cicala, i ruderi del quartiere Tirone, i tetti delle case del centro e vecchi casolari di campagna ed ancora antichi portali nel messinese). Paesaggi urbani e rupestri, anche di altre città italiane, come Milano e Venezia, dove Samperi soggiornò per brevissimi periodi.
Si tocca anche una interessante ed originale produzione astratta, in cui è sempre evidente, però, il “segno”, quel tocco intenso e leggero nello stesso tempo, come un soffio deciso, quale quello di Bruno Samperi.
Opere realizzate su vari supporti e diverse tecniche, seguendo diversi stili (Figurativo, Astratto, Informale).
Un artista dal carattere spigoloso e generoso, tenebroso e luminoso, amato e criticato. Ma profondamente identitario per la città dello Stretto, attaccato alla sua terra, alla sua gente. Sono tantissimi i collezionisti, i prestatori che hanno reso possibile la mostra ed a questi si aggiungono tanti altri che, per questioni di tempo e di praticità, non hanno potuto contribuire alla esposizione con le proprie opere… quanto meno per il momento…
Samperi porta tutte le rughe della nostra Messina, ma anche il calore della sua terra. Si sente un “artigiano”, più che un “artista”, credo per un rispetto profondo verso il suo lavoro ed il frutto della sua opera.
L’ha ben descritto Tommaso Trini, nel 1989: “Tutto si decise quando Bruno Samperi rifiutò lo specchio ed adottò l’ombra come nutrice della figura”.
Fino al 30 Marzo.
Ingresso gratuito (in entrambe le sedi).

Laura Faranda

Laura Faranda

Nata a Messina nel 1984. Critica e curatrice di Arte Contemporanea. Anche Dottore di Ricerca in Geografia Umana e Culturale, per questo particolarmente sensibile all'interazione arte/territorio. Ama l’arte ed ogni suo riflesso: dalla tradizione artistica medievale alle espressioni di avanguardia, purché non si cada nel cattivo gusto. Desiderosa di conoscenza, sperimenta spesso i più diversi canali di ricerca. Per scirokko.it cura si occupa di critica d'arte contemporanea e della promozione di nuovi artisti e di eventi culturali messinesi e siciliani.
0 Commenti

Scrivi un Commento

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com