Certi giorni viene proprio da chiederselo come gira il mondo; accadono fatti che proprio non riesci a spiegarti. Perché violenza, perché prepotenza, perché aggressioni che portano a lutti di cui non si riuscirà mai a farsene una ragione. Sulle cronache di questi ultimi giorni la Sicilia è stata tristemente protagonista di casi aberranti. Un ragazzo che esce con gli amici a divertirsi e trova la morte, una piccola creatura che non sa ancora cos’è la vita e deve immediatamente lasciarla vedendone solo il lato più oscuro. E loro: i genitori di queste vite che nei due casi diametralmente opposti hanno cominciato un cammino di amore. Un cammino che non finirà mai. Ecco le vere vittime di queste vite spezzate a cui è stato negato un futuro. Da che mondo è mondo la natura segue quel corso fatto dalla vita che nasce e che cresce e che trova, nei casi più fortunati, due figure che seguiranno ogni piccolo passo e gesto. Sacrifici per garantire un futuro ricco di fortuna, felicità, ambizioni e traguardi da raggiungere. E un attimo dopo non sapere quasi che fartene di quella vita passata a seguire con amore ogni piccola meta. Perché se esiste qualcosa di veramente innaturale è assistere alla morte del proprio figlio. Inerte. Sono ancora una figlia. Non so cosa significhi essere genitore ma se penso alla pena di una disgrazia… non riesco a trovare parole che possano essere consolazione perché non c’è consolazione. Che cosa sono? Prove da superare? Alle quali chissà chi o cosa ci mette davanti? E per quale ragione? O sono solo coincidenze? Fatti? Destino? Già. Il destino. L’elemento al quale si da la colpa, forse solo per farsene una ragione. Doveva andare così.
Ho letto da qualche parte che la disgrazia si nasconde nella gioia. Mai parole mi sono sembrate più vere in queste circostanze. Ma io non voglio avere paura della gioia. Voglio avere fiducia nel futuro, che si chiami destino o semplicemente vita.
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