Non metto piede in una discoteca da almeno 10 anni. Mi piaceva, era quello che facevamo tutti a 20 anni. Oggi, sinceramente la musica assordante e i pessimi cocktail che servono alla barra non mi fanno rimpiangere affatto quelle serate, per carità, divertenti, allegre, spensierate. Serate in cui, a volte, qualcuno esagerava, non solo con l’alcol. Ma non è gente che apparteneva alla mia “cricca”, questo lo dico con sincerità perchè se c’è una cosa, la prima che mi ha insegnato la mia famiglia è: “divertiti e stai lontano dai guai”. E’ un principio che applico ancora oggi che non sono più una ragazzina e ogni volta che vado fuori di casa, perchè penso che c’è sempre un cretino e quel cretino è il guaio più grande che ti possa capitare.
Vogliono, anzi, hanno chiuso il Cocoricò, una delle discoteche più in voga, tempio del divertimento notturno in Romagna. Io non ci sono mai stata, ma forse un giorno sarò una di quelle mamme fuori dal Cocoricò che va a prendere il proprio figlio/a per riportarlo a casa. Sinceramente non me lo auguro. Non me lo auguro perchè potrei essere fra quelle mamme che il proprio figlio da quella discoteca non lo vedrà mai uscire.
Voglio sfatare la voce che vede le discoteche come il tempio della perdizione. Vi assicuro che quello che succede in qualsiasi disco, succede anche fuori. E vista la facilità con la quale si acquistano e consumano droghe e alcol di qualsiasi natura, qualche domanda, qualcuno, dovrebbe farsela. Per non andare lontano in diverse città esistono vere e proprie zone franche dove si acquista e consuma, fino a morire, di tutto e di più. Lo sappiamo tutti, eppure restano lì, come a dire che se confinate in quei luoghi, non fanno male. L’unica “colpa” che attesto alle discoteche è quella di non controllare con dovizia che cosa entra in discoteca. Se le droghe ci sono è perchè qualcuno le lascia passare. Al Cocoricò come in qualsiasi altra discoteca del mondo.
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