Codice Voynich: il libro più misterioso del mondo

Si tratta di uno degli enigmi più complessi ed affascinanti del ‘900 anche se sembra uscire direttamente da film come La Nona Porta o da un romanzo di Dan Brown: corrisponde a verità invece tutto ciò che sappiamo sul Immagine dentro articolo 1Codice Voynich, un manoscritto non ancora decifrato, visto che la lingua usata per scriverlo non è tra i sistemi linguistici ed alfabetici conosciuti. Il misterioso scritto fu acquistato nel 1912 dall’omonimo mercante di libri Wilfrid Voynich da un collegio gesuita nei pressi di Frascati in provincia di Roma, gesuiti che a loro volta ne erano entrati in possesso per vie traverse dal regno di Boemia (nell’attuale Rep. Ceca); il libro era stato uno dei preferiti di Re Rodolfo II, appassionato di esoterismo, che l’aveva inviato a Roma per far decifrare quella lingua che ancora oggi non è possibile identificare. Attualmente conservato nell’università di Yale, l’unico esemplare del codice continua ad essere oggetto di studi da parte di esperti di linguistica e decifrazione (come i Marines che durante il II conflitto lo utilizzarono per testare i sistemi di decriptazione dei messaggi segreti); particolarmente interessanti sono le illustrazioni, che nel corso delle indagini sono state classificate in diverse sezioni: la botanica contenente oltre cento disegni di piante sconosciute; la sezione biologica, così chiamata per le inquietanti immagini di nudi femminili immersi in strane vasche con tubi comunicanti; immagine dentro articolo 2l’astronomia con numerosi schemi e diagrammi zodiacali ed astrali, in cui è possibile riconoscere qualche costellazione nota ed infine la sezione cosiddetta farmacologica per le illustrazioni di ampolle e radici (forse) medicinali. Delle numerose interpretazioni che sono state date sul Codice Voynich nessuna riesce a convincere fino in fondo, ad esempio Re Rodolfo era convinto si trattasse di un libro del filosofo Bacone, in età contemporanea è stato datato al 1300 circa e si è più volte detto si trattasse di un falso costruito ad hoc per truffare gli appassionati di alchimia: solo recentemente questa ipotesi sembra sempre più accantonata grazie ad alcuni recentissimi risultati nella traduzione di alcune parole del manoscritto che lo farebbero derivare dalla zona geografica del Caucaso (Georgia, Armenia ecc..), il dialetto utilizzato sarebbe quindi “semplicemente” una lingua estinta. Siamo vicini alla soluzione di questo secolare enigma?

1 Commento
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    Bellissimo libro, vero sembra sia uno degli enigmi più misteriosi del 900. Ho letto qualcosa in altri siti a riguardo.
    Bel articolo…complimenti

    17/11/2016 at 0:59

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