“Fiabe in rosso”, voluto e realizzato dall’illustratrice Roberta Rossetti, in collaborazione con lo scrittore di fiabe e creatore del blog La tata maschio, Lorenzo Naia, è una breve raccolta di alcuni dei più celebri racconti per bambini. Quella che all’apparenza può sembrare un’originale ristampa di fiabe tradizionali – rivisitata in chiave moderna per contenuti e per grafica – nasconde un progetto mirato a sensibilizzare grandi e piccini sul tema della violenza contro le donne.
Le cinque fiabe rappresentate hanno come protagoniste eroine femminili, ognuna delle quali alle prese con soprusi di ogni genere e tradizionalmente relegate al ruolo di donnine in difficoltà in attesa di essere salvate dal principe azzurro. Ma cosa succede se Mignolina si ribella al matrimonio imposto, o Biancaneve va a lavorare in miniera? Il destino della protagonista si ribalta e per la prima volta assistiamo alla disfatta del protagonista maschile che, nel caso del principe di Biancaneve, più che nel cattivo di turno incappa in un improvviso desiderio di mele.
Anche graficamente il libro si allontana dalla tradizione e si distingue per la presenza di inserzioni giornalistiche, proprio per indicare il collegamento con una tematica moderna; ma a risaltare all’occhio è certamente la predominanza del colore rosso: l’iniziativa si ispira infatti al progetto della messicana Elina Chauvet, Zapatos Rojos (scarpe rosse), nato nel 2009 per portare alla luce il dramma delle violenze perpetrate nei confronti delle donne a Juàrez in Messico. Il compito di cui gli autori si fanno carico è notevole: poter penetrare in un fittissimo tessuto sociale intriso di stereotipi di genere, compito non facile e talvolta impossibile, ma il pubblico a cui si rivolgono crea degli spiragli.
I bambini, oltre ad avere una capacità innata di sorvolare i pregiudizi, sono una tela bianca e apprendono per lo più dall’ambiente circostante; educare i cuccioli di uomo ad agire secondo coscienza e non secondo istinti primordiali è compito principale degli adulti. La lettura, se fatta in modo intelligente, può creare validissimi “grandi”, uomini che non si sentano sminuiti se una donna si sa imporre in una mansione che potrebbe apparire esclusivamente maschile, e donne consapevoli che la vita non si esaurisce perché non si ha un uomo al proprio fianco. Insegnare ai nostri figli che un bacio negato, la decisione di mettere fine a una storia, perché è possibile smettere di amare anche la persona che più ha significato per noi, non deve per equazione prevedere una coltellata.
Edito da Verbavolant il libro concentra in poco più di cinquanta pagine un messaggio forte e, pur rivisitandola, rende giustizia alla tradizione fiabesca con la quale noi tutti siamo cresciuti.
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