Genio e follia: bizzarre abitudini dei personaggi illustri

Com’è noto, la storia ci presenta una costellazione di celebri personaggi che, per via della loro singolare personalità, incarnano quella sintesi tra genialità e patologia psicologica; il sottile filo che intercorre tra le due condizioni è molto labile e presenta una varietà indefinita di sfumature. Basta osservare alcune delle strane consuetudini di queste celebrità. Honoré De Balzac, ad esempio, era un grande consumatore di caffè: nel periodo in cui scriveva “La commedia umana” riusciva ad assumerne fino a cinquanta tazze al giorno. Il caffè, sosteneva, stimolava la formulazione di idee e ricordi. Sigmund Freud, padre della psicoanalisi, era un amante dei sigari: fumava quasi continuamente. Provò a smettere, ma con scarsi risultati. Oltre che dal tabacco, presentava una dipendenza anche dalla cocaina. Thomas Edison utilizzava una tattica particolare per la selezione dei suoi ricercatori. Chiedeva loro di mangiare una ciotola di zuppa  e coloro che aggiungevano il sale prima di assaggiarla, venivano scartati. Inoltre egli praticava il sonno polifasico: dormiva diverse volte durante la giornata, per poco tempo, allo scopo di ottimizzare la propria produttività. Sul podio delle abitudini più bizzarre trionfa Friedrich Schiller. Il poeta – racconta Goethe – custodiva mele marce nel cassetto della sua scrivania, poiché l’aroma ispirava l’autore tanto che egli non poteva lavorare senza. Charles Dickens era un maniaco dell’ordine: non era in condizioni di scrivere una sola riga se tavoli e sedie non erano sistemati secondo suo piacimento. Oltretutto possedeva una tendenza alla superstizione, toccava tutto tre volte come auspicio di buon augurio.  Il vanitoso Oscar Wilde era invece ossessionato dai capelli grigi. Usò ogni tipo di tintura, colorazioni che gli costarono diverse dermatiti. Questi personaggi appena illustrati – e la lista è ancora molto lunga! – sono autentiche miniere di stranezze psicologiche. Il successo, quello visibile agli occhi di tutti, che sia dovuto ad un romanzo, a una scoperta, a un’invenzione, è solo la punta di un iceberg. Sotto la superficie è possibile trovare l’inimmaginabile, l’inspiegabile. Ma tutto si riduce a quel filo sottile di cui si è accennato all’inizio. Tutto porta ad una domanda specifica: geni folli o folli geniali?

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