Il business di Pokemon Go
Che la celeberrima app di Nintendo stia ormai spopolando è un dato di fatto, basta passeggiare sui viali o nei parchi delle città per vedere orde di allenatori alla ricerca del pokemon raro o dei “PokeStop”, luoghi di interesse dove rifornirsi di risorse virtuali per il proprio avatar. Aldilà degli episodi più divertenti che rasentano le forme dell’isteria di gruppo (basti pensare agli ormai famosissimi video di reaction sulla scoperta di un particolare Pokemon in una data zona) sembra che stia nascendo una vera e propria micro-economia per cavalcare l’onda del successo legata all’app. Il primo step di questo fenomeno è senza dubbio la compravendita di account, che Nintendo cerca di arginare, e che permette di trovare su eBay utenti che mettono in vendita il proprio avatar: ci sono account per tutte le tasche, dalle poche decine di euro ai 500, per arrivare fino ai quasi 2000 dei più livellati. Al contrario c’è anche chi trasforma Pokemon Go in un lavoro parallelo, offrendo il proprio tempo dietro compenso per andare a caccia e “livellare” con l’account (o lo smatphone) di un altro: i prezzi si aggirano sui 15 euro/ora, similmente alle lezioni di ripetizione di matematica o inglese. Negli Usa inoltre si sono moltiplicate le insegne di ristoranti che offrono sconti e vantaggi per gli “allenatori” a seconda del livello conseguito nel gioco, con un personaggio al livello 21 ad esempio è possibile avere una pizza omaggio; si sono altresì moltiplicate le insegne che vietano ai non clienti di girovagare o sostare nei pressi degli esercizi commerciali durante la “caccia”. Il fenomeno che tuttavia sembra destinato ad avere più introiti è quello legato ai già citati PokeStop: dal giorno alla notte infatti molti monumenti, piazze ma anche vie private o negozi si sono ritrovati ad essere punti di interesse per i giocatori e le attività commerciali iniziano a sfruttare l’occasione per farsi pubblicità; sembra inoltre che verranno creati PokeStop sponsorizzati e che quindi si potrà richiedere a pagamento alla Nintendo di farsi inserire nella lista dei punti di interesse come McDonald’s, la famosa catena fast food, che nei punti vendita nipponici inizia a proiettarsi in questa direzione. Curiosità: esiste anche un app di incontri che utilizza la passione per i Pokemon come mezzo per far conoscere nuove persone, si chiama PokeDates e seleziona potenziali partner sulla base della vicinanza e da appuntamento vicino ad un punto di interesse per una caccia in compagnia ai mostri tascabili!
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