Si tratta di una leggenda popolare giapponese, che però trae la sua origine da una storia cinese, e immagina il destino come un lungo filo rosso.
Ogni uomo e ogni donna verrebbero al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo legherebbe due persone che sono destinate a stare insieme, a prescindere dalla distanza, dal ceto sociale, dall’età e da qualsiasi altra differenza. Tuttavia la lunghezza del filo rende l’unione non sempre scevra da problemi: pur essendo indistruttibile, il filo può infatti aggrovigliarsi o annodarsi, rendendo l’unione a volte problematica. Ma dallo scioglimento di quei nodi (che rappresentano il superamento degli ostacoli all’interno della relazione) la coppia ne esce via via più forte e corona il sogno di stare insieme.
Durante la Dinastia Tang, un uomo di nome Wei – rimasto orfano molto giovane – desiderava ardentemente incontrare l’amore e crearsi una famiglia, quella che gli era mancata troppo precocemente. Ma per quanto cercasse la donna giusta, Wei non la trovava. Un giorno, nella città di Song, mentre esponeva il suo desiderio, gli venne proposta come sposa la figlia del governatore: il mattino seguente si sarebbe dovuto incontrare col padre della ragazza davanti a un tempio. Quella mattina Wei, molto ansioso per l’incontro, si recò nel posto prima dell’alba e notò, seduto nei gradini del tempio, un uomo anziano intento a leggere un libro. Wei cercò di scrutare qualche parola ma gli risultava indecifrabile. A quel punto si avvicinò all’uomo e gli domandò di che libro si trattasse e quando gli fu risposto che era un libro proveniente dall’Aldilà, Wei si confidò con lui: «Sono solo al mondo fino dall’infanzia e da molto tempo avrei voluto sposarmi e avere una famiglia. Per dieci anni ho cercato invano una sposa. Adesso spero di sposare la fanciulla del maresciallo. Dimmi, si realizzerà la mia speranza?».
L’anziano uomo consultò il suo libro e alla fine rispose: «No. Non è la persona a te destinata. In questo momento, quella che sarà tua moglie ha solo tre anni e la sposerai quando ne avrà diciassette». E continuò il suo racconto spiegando che ogni uomo e ogni donna nascono con un filo rosso che li tiene uniti e che nessuna volontà esterna può opporsi a questo, perché il filo è indistruttibile.
Wei, avvilito all’idea di dover aspettare così tanti anni prima di sposarsi, ordinò a un suo servo di trovare la bambina e di accoltellarla, cosicchè lui sarebbe stato libero. Il servo trovò la bambina in grembo ad una vecchietta cieca e nell’intento di colpirla al cuore, la ferì invece tra gli occhi e poi scappò. Wei, soddisfatto all’idea di essere finalmente libero, riprese la sua vita. Ma il destino volle che per altri lunghi anni non incontrò mai nessuna donna; solo quattordici anni dopo, Wei si innamorò di una giovane donna bellissima, che presto divenne sua moglie. Questa donna, però, aveva una particolarità: teneva una benda in mezzo agli occhi, come a voler nascondere qualcosa.
Inutile dire che si trattava della bambina che, quattordici anni prima, Wei aveva fatto accoltellare per sfuggire al suo destino. Ma il filo rosso non si distrusse. E il destino si compì.
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