Il manscaping: quando depilarsi diventa un’arte | scirokko.it

Che le forme d’arte non abbiano confini, per loro stessa natura, è cosa nota. Così come è noto che alcuni uomini preferiscono avere un petto villoso, mentre altri, consapevoli o meno del dolore, preferiscono depilarsi. In questo dilemma per nulla shakespeariano si inserisce l’arte di Daniel Johnson: hair stylist inglese che ha usato il pelo sul petto di alcuni coraggiosi volontari per rappresentare alcuni tra i più celebri paesaggi e monumenti mondiali. Quest’insolita attività porta la definizione di “manscaping”: ossia un’unione tra man (“uomo”) e landscape (“paesaggio”, dato che proprio i paesaggi sono i protagonisti delle opere). Per la realizzazione di ciò che potrebbe rappresentare la rivoluzione del mestiere dell’estetista, secondo Johnson, servono tra le due e le tre ore. Il calcolo, però, dipende anche dalla complessità del monumento da riprodurre; infatti, non deve essere semplice (né privo di dolore) ricreare lo skyline di New York o i megaliti di Stonehenge.
L’idea di Johnson, però, è inconsueta ma non del tutto innovativa. Infatti, secondo uno studio condotto da una nota marca di rasoi, una percentuale di uomini che va dal 25 al 45 per cento prova a modellare in qualche modo i peli del proprio petto con risultati, probabilmente, molto meno artistici.

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