Poco meno di 250 mila. Non siamo solo abitanti ma persone. Siamo architetti e ingegneri, siamo medici e infermieri, giornalisti e matematici, artisti, filosofi, poeti, rivoluzionari, politici e letterati, professori e atleti, imprenditori, persino un Papa nella nostra storia. E siamo anche traditori ingannati, ascoltatori pigri e senza pazienza. Siamo (stati) un sacco di cose. Mischiati e contaminati, greci, arabi, normanni, angioini, spagnoli, borboni, in tempi in cui la diversità era ricchezza. Terremoti e catastrofi, ricostruire palazzi, strade, vite intere. Difendersi, nascondersi, conservare e custodire, abbandonare, trascurare e ignorare. Miti e leggende, competitivi a Palermo nel ruolo di capitale siciliana. L’abbiamo tutti i giorni sotto agli occhi ma la trattiamo distratti e annoiati, le sbadigliamo davanti e le sparliamo dietro, meschini. Senza acqua o allagata, scandalosa e corrotta, sporcata dalle nostre parole e ingiuriata dai nostri gesti villani, schernita, sbeffeggiata, derisa, pugnalata alle spalle. Ma lei ferita e addolorata ci accoglie sempre e comunque da qualsiasi orizzonte torniamo. E’ la nostra Messina il personaggio dell’anno di Scirokko.
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