Largo come un campo da calcio e alto come un palazzo di dieci piani (30,2 × 64 metri): sono le dimensioni del murales più grande che sia mai stato realizzato, dipinto dall’artista portoghese Alexandre Farto, in arte Vhils, sorge nel porto di Catania.
La “tela” sono otto enormi silos granari in cemento che dal 1960 si affacciano sul mare e definiscono, insieme all’Etna e alle cupole barocche, lo skyline della città etnea.
L’opera, realizzata grazie alla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo e curata da 999contemporary, in occasione di Emergence Festival 2015, vuole celebrare l’incontro tra le culture che nei secoli hanno definito l’identità siciliana. Vhils ha deciso di farlo rappresentando il volto di un uomo che guarda a Oriente verso il Libano, dove presto finirà un altro murales, complementare all’opera di Catania, proprio come un ponte immaginario tra i due paesi che si affacciano nel Mediterraneo.
Da oggi gli otto silos si impongono sul paesaggio con “il più grande sguardo sul mare che l’uomo abbia mai dipinto sulle coste della Sicilia” e accoglierà chi arriva a Catania dal mare, operatori del porto e migranti, forze di polizia e pescatori, turisti e appassionati di nautica.
“L’arte non deve essere soltanto rinchiusa all’interno degli spazi espositivi o soltanto patrimonio delle strutture museali – ha detto il presidente della Fondazione Terzo Pilastro, Emmanuele Francesco Maria Emanuele che ha donato il murales alla città di Catania e alla Sicilia intera– ma deve diventare percepibile dal mondo che ne può usufruire; il mondo di tutti, dei giovani, di coloro che transitano per i luoghi, facendo diventare un grande museo all’aria aperta la bellezza dei panorami in cui queste manifestazione si realizzano“.
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