Quante volte abbiamo sentito dire che prima del terremoto del 1908 Messina era una città diversa? Le spiegazioni di questo cambiamento sono molteplici, ma oggi vi indichiamo una tesi (forse meno conosciuta) che imputerebbe a ragioni di natura biologica la perdita di identità del messinese. Un interessante progetto di ricerca, condotto dai biologi Calogero Ciaccio e Michela Gesù, ha studiato gli effetti che il radon sprigionato durante il sisma del 1908 ha avuto sull’identità del messinese. I due biologi, studiando i cordoni ombelicali donati dalle donne siciliane, hanno rilevato differenze notevoli a seconda della zona geografica di provenienza; e questo è un fatto strano se si considera che, nell’ambito di una stessa regione, dovrebbe esserci omogeneità di codici.
Da questo studio è emerso invece che il DNA dei messinesi è diverso da quello degli altri abitanti dell’isola. Secondo questo approccio, ancora oggi – a distanza di oltre un secolo dal terremoto – esisterebbero in città delle fessure nel suolo dalle quali si sprigionerebbe una grande quantità di radon, che dovrebbe avere degli effetti pericolosi sulla salute della popolazione. Il gas sprigionato, infatti, dovrebbe essere la prima causa di tumore al polmone e invece, da queste ricerche, è emerso che a Messina si muore molto meno di questo male rispetto ad altre zone dell’isola. Questo dimostrerebbe il fatto che il continuo mutamento del codice genetico della popolazione peloritana sia una reazione di autodifesa contro l’azione nociva del gas. Certamente si ritiene che questo approccio, da solo, non basti a giustificare il cambiamento di una popolazione; ma accompagnare questa ipotesi alla più concreta frattura politica ed economica che si è determinata a seguito del sisma, potrebbe dirci tanto su una popolazione che oggi viene considerata “babba” e indolente.
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