La via Ghibellina di Messina da un po’ si tinge di contemporaneo… “scrutato”, attraverso l’obbiettivo della macchina fotografica.
Infatti, poco tempo fa, siamo entrati nello studio fotografico di Simona Bonanno, nella stessa via. Adesso è la volta di Gerri Gambino, che nello studio Galbo-Marabello, presenta la mostra fotografica-concettuale “@Berlin”. Gambino, giornalista e pubblicista, si appassiona da tempo all’arte contemporanea ed alla fotografia. Presenta una mostra a carattere filoantropico e concettuale, che mira a promuoversi come ulteriore contributo al difficile dibattito geografico-storico-artistico-culturale in corso a Messina. L’esposizione ritrae angoli di Berlino, città all’avanguardia e dove Gambino ha soggiornato per un po’, indagando il rapporto fra l’individuo e lo spazio in cui è inserito.
La sua riflessione parte dall’interrogarsi su cosa sia effettivamente l’immagine fotografica: è presenza o assenza? E’ forse una pienezza-presenza?
Gli scatti in mostra richiamano gli anni ’80, quando Thomas Struth (fotografo americano) ritraeva, con il distacco del bianco e nero, spazi urbani per raccontare l’essenza sociologica di un luogo attraverso i suoi elementi caratterizzanti (cfr. “Contemporanea. Arte dal 1950 ad oggi”). Le immagini di Gerri Gambino, anch’esse in bianco e nero, hanno lo stesso rigore minimalista ma, a differenza di quelle di Struth che si soffermavano quasi esclusivamente sul possibile grado di oggettività della immagine fotografica, le sue fotografie hanno lo scopo di raccontare. Raccontare il dialogo fra l’individuo ed un palazzo, alto, enorme, vuoto, che affianca camminando. Raccontare le scale mobili di una stazione della metropolitana che salgono e scendono in solitudine oppure un gruppo di ragazzi riuniti a guardare com’è venuto l’edificio appena catturato in foto ancora davanti ai loro occhi. E’ una piccola ma incisiva, acuta, rassegna fotografica che vuole narrare l’assenza espressa da una piazza deserta che un solo individuo vede davanti a sé, per arrivare a parlare della presenza… “perché solo se ci si perde, ci si può davvero ritrovare”.
Fino al 24 Marzo.
Ingresso gratuito.
Apertura: tutti i giorni (comprese le domeniche)
Orario: 11- 13; 18 – 20
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