La Tarantella, tipica danza meridionale, ha origine napoletana, ma ha trovato grande diffusione prima in Puglia e poi anche in Calabria e Sicilia. Proprio in Sicilia è particolare: un crescendo continuo di suoni, ritmo e passi. La ballano tutti uomini e donne che indossano lunghe gonne “a campana”. Originariamente, la credenza popolare riteneva questa danza propiziatoria e le attribuiva poteri miracolosi per chi veniva morso dalla tarantola e che quindi, per il bruciore, non riusciva a stare fermo. Oggi si pensa che sia questa credenza a giustificare il modo tipico della Tarantella fatto di “salterelli”, proprio come se il danzatore fosse morso da un animale. Alla Tarantella si attribuiscono, da sempre, valori vari, ma tutti gioiosi: allegria, momento di festa generico o per una proposta di fidanzamento o un’occasione di corteggiamento. Il suo ritmo osannante, di ciclicità, richiama quello della vita. E’ una danza “vulcanica” come disse Charles Didier (poeta e scrittore di origini svizzere, che visse in Francia), come le emozioni che suscita. Travolge, insegue, attacca, incatena. Colma di atavici ricordi. Quest’anno, “I Magazzini del Sale” (Messina, Via del Santo, 67), hanno dedicato un giorno alla settimana ai balli folkloristici siciliani, fra cui la Tarantella. In città iI gruppo Folklorico dei “Canterini Peloritani”, fondato nel 1935, può definirsi uno dei migliori esistenti.
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