Il termine bretella deriva dal francese “bretelle”, che è la traduzione dal tedesco antico “brittil” che vuol dire «briglia». La bretella è la singola fascia di tessuto o cuoio che sostiene i pantaloni, agganciandosi ad essi davanti e dietro, passando sopra le spalle dell’indossatore. L’invenzione delle bretelle, nel 1820, avvenne grazie all’intuizione di un sarto, proprietario di una boutique al numero 27 di Panton street a Londra: un signore inglese di nome Albert Thurston che ne fece un marchio distintivo della sua linea di moda. Le sue bretelle vestirono re, principi e primi ministri. Formate da due fasce parallele sul davanti e a X o a Y dietro, si potevano agganciare ai pantaloni tramite fibbie, morsetti o bottoni. A quel tempo le bretelle, erano considerate parte dell’abbigliamento intimo perché andavano indossate sotto il panciotto e non si potevano mostrare in pubblico. Ad ogni modo, il signor Thurston non avrebbe mai potuto inventare le bretelle se circa una decina di anni prima, il nobile inglese Lord Brummel non avesse definitivamente sdoganato l’uso dei pantaloni lunghi a tubo detti braghe, o calzoni, facendone un elemento fondamentale del dandysmo, vero e proprio nuovo stile di vita. Qualche anno dopo l’invenzione delle bretelle, queste vennero sperimentate in materiale elasticizzato per permettersi di allungarsi ed adattarsi a qualsiasi tipo di corporatura. Il capo di abbigliamento, sia per la sua funzionalità che per ragioni prettamente estetiche, ebbe una rapida ed estesa diffusione almeno fino all’inizio del XX secolo quando il largo uso delle divise militari ne mise ai margini l’adozione, preferendogli la più sobria cintura. Tuttavia le bretelle continuavano ad essere utilizzate sotto le giacche ed il gilet, ed, a vista, soprattutto per i bambini. A cavallo degli anni ’30, sono rimaste celebri le bretelle utilizzate dal personaggio di Alfa Alfa nella serie tv “Piccole canaglie” (nome originale “The little Rascals”) girata negli USA tra il 1922 e il 1938 ma trasmessa solo negli anni ’80 in Italia dalla RAI. Più di recente il cinema e la televisione hanno reso celebre le bretelle in diverse interpretazioni: nel film “Wall street” sono un tratto caratteristico dell’abbigliamento di Gekko, il finanziere spietato, personaggio interpretato da Michael Douglas che gli valse un premio oscar. Larry King il noto anchorman americano ha sempre indossato le bretelle per 25 anni nel suo celebre “Larry King show” alla CNN. In Italia, il più famoso indossatore di bretelle televisivo è senza dubbio Giuliano Ferrara. Periodicamente l’argomento “bretella” torna; non passa mai veramente di moda ed è sempre attuale. I sostenitori della bretella ne lodano le virtù appellandosi al senso di responsabilità: essa regge sempre i pantaloni nella migliore delle posizioni possibili evitando incidenti e situazioni imbarazzanti. Accessorio dalla storia centenaria era stato accantonato in favore delle cinture, ma in questi ultimi anni ha ritrovato verve. Per tornare in auge sono state rivisitate in chiave moderna, nelle forme e nei materiali, utilizzate anche dal mondo femminile, non hanno perso la loro impostazione tradizionale, anche se il loro senso profondo pare esser mutato: da accessorio d’alta classe, a simbolo di trasgressione e strafottenza.
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