Lo street artist NessunNettuno “illumina” il carcere di Gazzi di Messina | scirokko.it

NessunNettuno, con un murale di 500 metri, all’interno del  carcere di Gazzi di Messina

Il progetto è promosso dal Cepas. Il writer messinese Nicolò Amato (in arte NessunNettuno) che rappresenterà la storia del profeta Giona.

Colorare le mura interne di un carcere per rendere meno pesante l’atmosfera del luogo e lanciare  un segnale di speranza, un piccolo passo verso il riscatto per i detenuti.  D’altronde l’arte, la  bellezza, il colore… sono, da sempre,  messaggi positivi.

Questo è  quanto è stato proferito ieri, mercoledì 7 Marzo 2018 a Messina, nella Casa Circondariale  presso l’area urbana di Gazzi.

Il Cepas (Centro Prima Accoglienza Savio) ha promosso la realizzazione di un grande murale in un cortile interno del carcere. Un grande dipinto che inneggia alla speranza del cambiamento.

Il murale, che rappresenta la storia del profeta Giona e della balena (che dapprima lo inghiottì e successivamente, grazie alle preghiere del Profeta scettico sull’esistenza di una Divinità superiore, lo vomitò…) occupa quasi 500 metri quadri del muro del cortile a cui si accede dal Quarto Cancello. Uscire da quest’ultimo, che rappresenta la pancia della balena, è come varcare una porta verso la libertà.

L’incarico di realizzare l’opera è stato affidato al giovane writer messinese, ormai affermato anche oltre Stretto, NessunNettuno (nome proprio: Nicolò Amato).

Per la realizzazione dell’opera, il Cepas e Nicolò si sono avvalsi della collaborazione della Gmg Colori che ha messo a disposizione una parte delle attrezzature e del materiale.

Per dipingere Giona e la balena sono stati necessari oltre 150 litri di colore per esterni dal bianco, al blu al nero.

Cinque ospiti della Casa Circondariale si sono impegnati, volontariamente, nella realizzazione dell’opera… Uno di essi, con entusiasmo, ha confessato “ sto imparando perché presto esco e ho promesso a mio figlio che pitturerò la sua camera con i colori della Juventus e i volti dei giocatori juventini”.

L’opera è stata presentata ufficialmente durante una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il presidente del Tribunale di Sorveglianza, Nicola Mazzamuto.

Con  il suo presidente Don Umberto Romeo e la coordinatrice dei volontari Lalla Lombardi,il Cepas è presente all’interno del Carcere di Gazzi da circa trent’ anni organizzando attività di risocializzazione e riscoperta delle emozioni come laboratori di teatro, genitorialità, uncinetto, scuola calcio, artigianato creativo e colloqui di orientamento e sostegno.

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