Prosegue alla galleria Kalòs di Messina la rassegna “ArtistiInVista” – Mostre di Arte Contemporanea, con un’esposizione del suo promotore, nonché proprietario della Galleria stessa, Massimo Di Prima, artista messinese, con nota esperienza nella pittura e nella scultura, in campo nazionale.
L’Artista riunisce le opere in mostra sotto il titolo “Madre Terra”. Infatti, la sua è una riflessione sul tema complesso della nascita e rinascita. Visione e rivelazione. “Madre Terra” come “Madre Natura” ed a sua volta come “Donna – Madre”. Ecco che tutta la indagine pittorica ha come perno un’opera che, per questo, Di Prima ha scelto di collocare in una posizione centrale nella esposizione: una grande tela, il corpo nudo di una donna, in primo piano le piante dei piedi la cui visione di impatto conduce alla parte inferiore del busto della figura femminile, di colei che “mette alla luce”. Anche una provocazione, se vogliamo, che “sbeffeggia” (in senso unicamente artistico) il “Cristo morto” di Mantegna e che catapulta, repentinamente, la mente dello spettatore a “L’origine del mondo” di Courbet. Questa opera, sebbene sia l’imput ideologico della intera mostra, si discosta da tutti gli altri lavori esposti per tecnica e per supporto, essendo su tela e, soprattutto, puramente figurativa.
Le altre opere, invece, prevalentemente di tipo espressionista e concettuale, seppur presente qualche esempio di astrattismo, sono sempre di grandi o medie dimensioni, ma realizzate con tecnica mista (tempera, pittura ad olio e non ad olio, lana di vetro, catrame) prevalentemente su legno, solo due su carta.
Alla base della loro realizzazione l’Artista punta alla ricerca materica, ad uno studio complesso del colore e del rapporto fra questo ed il suo supporto che, qui, rappresenta, non a caso, l’elemento naturale. In tali lavori pittorici – un po’ alla maniera di G. Matta – Clark nel campo architettonico, che sottoponeva edifici a tagli e trasformazioni ottenendo risultati di effetto e nel contempo destabilizzanti – la materia viene dipinta e poi scrostata dalla sua base ma, a differenza di quanto avveniva in Matta –Clark, non per rappresentare una destabilizzazione, piuttosto come se venisse “scavata” per arrivare alla sua anima. Alle volte il messaggio è violento, la materia viene ferita, altre volte esso è espressione di energia, ma in entrambi i casi risulta frutto di un logorìo interiore, profondo, che finalmente trova la sua esplosione, facendosi, per l’individuo, guida ad una sua rinascita.
Infine, il tema della “nascita”, della rivelazione, viene indagato anche attraverso il rapporto, di anima e corpo, fra l’uomo e la donna. Un’unione che emerge in tutta la sua potenza e complessità dalle opere dell’Artista che, dapprima paralizzano chi le osserva, ma che subito dopo lo attraggono decisamente.
Galleria Kalòs – via C.Botta, 2a – angolo via T.Cannizzaro
Fino al 12 Febbraio.
Ingresso gratuito
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